7.0
- Band: HELL IN THE CLUB
- Durata: 00:48:10
- Disponibile dal: 04/11/2014
- Etichetta:
- Scarlet Records
- Distributore: Audioglobe
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A tre anni di distanza dalla pubblicazione del gradevole esordio “Let The Games Begin”, gli Hell In The Club tornano in pista con un motore perfettamente rodato dal quale vengono generati tredici energici episodi di frizzante e bollente hard rock moderno dai chiari intenti festaioli. Il four piece nostrano dimostra con i fatti di non essere l’ennesimo supergruppo forgiato ad arte, volto ad ottimizzare i tempi morti dei rispettivi progetti principali (leggasi Elvenking, Death SS e Secret Sphere), ma di possedere una sincera passione nei confronti di un genere che negli ultimi anni sta riscuotendo un notevole successo a livello internazionale. E’ lapalissiano che ai Nostri importi principalmente di fare baldoria ed in questa occasione hanno deciso, più o meno consapevolmente, di accentuare i toni ‘sleaze’ che rimandano a quanto già espresso con notevole successo dai celebri Hardcore Superstar. Se da un lato gli HITC devono ancora definire al meglio la propria identità, dall’altro dimostrano comunque di essere degli abili professionisti in grado di affrontare con elegante disinvoltura la materia trattata. Il telaio sonoro viene dunque irrobustito in favore di un approccio tendente in prevalenza al metal, cementato dalla produzione tonante e ‘in your face’ a cura di Simone Mularoni nei Domination Studios, a San Marino. Il singolo “Proud” rappresenta la perfetta sintesi di un’opera bilanciata tra ritornelli vincenti e melodie vocali tanto spontanee quanto curate. Episodi ad alto tasso adrenalinico come “Bare Hands”, “Devil On My Shoulder”, “Whore Paint” e “Pole Dancer” sono una garanzia di qualità per tutti coloro che sono desiderosi di far festa ventiquattro ore al giorno. L’incalzante “Beware Of The Candyman” paga, senza brillare, il consueto dazio alle origini del rock’n’roll, mentre “We Are The Ones” si presenta come un’enfatica e trascinante semi ballad in grado di lasciare il segno. Se in futuro questi ragazzi avranno l’ardire di usare un maggior quantitativo di farina dal proprio sacco, allora ne vedremo davvero delle belle…