6.5
- Band: HELL IN THE CLUB
- Durata: 00:44:45
- Disponibile dal: 28/01/2011
- Etichetta:
- Red Pony Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
Una provocante Devil Woman circondata da dadi, banconote e fiches si staglia sulla front cover del debut album targato Hell In The Club, progetto nel quale spicca la presenza di Dave Moras e Fede Panizzato, rispettivamente cantante degli Elvenking e batterista dei Secret Sphere. I ragazzi hanno deciso di giocare la carta del revival, componendo un disco nel quale emerge palesemente l’amore per il pop metal che ha dominato le chart d’oltreoceano alla fine degli anni ’80. Il songwriting, seppur innegabilmente derivativo, ha il pregio di contenere un pugno di canzoni che si lasciano ascoltare piacevolmente, come l’accattivante singolo "On The Road" – per il quale è stato pubblicato recentemente il videoclip – che rimanda ai migliori Bon Jovi, e nella ballata "Star" dotata di un suono asciutto capace di rievocare lo spettro di "Every Rose Has Its Thorn" dei Poison. L’hard rock più sleaze e stradaiolo fa la sua comparsa nella ruvida "Raise Your Drinkin’ Glass", dotata di un chorus di tremendo impatto, mentre in "Daydream Boulevard" fa capolino un sensuale incrocio tra l’hard rock dei seventies ed un nervoso riffing di matrice funk. Si rivela ottima la scelta di rileggere in chiave hard’n’roll "Another Saturday Night" del fin troppo sottovalutato Sam Cooke – cantante e compositore di colore che tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’60 ha firmato alcuni successi rhythm and blues – mentre "Rock Down This Place" è l’unico episodio – peraltro ben riuscito – che flirta con le sonorità attuali delle modern rock band statunitensi. La produzione al passo con i tempi dona un pizzico di freschezza ad un lavoro che si farà sicuramente apprezzare da chiunque sia rimasto fermo con i gusti al 1989. Piacevole.