7.0
- Band: HELLHAMMER
- Durata: 00:27:19
- Disponibile dal: 24/04/2020
- Etichetta:
- BMG
- Noise Records
- Distributore: Audioglobe
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Una riedizione di “Apocalyptic Raids” potrebbe sembrare un’uscita alquanto superflua, ma il rinnovato interesse verso la seminale band di Tom G. Warrior – culminato nelle esibizioni dal vivo dei suoi Triumph Of Death – meritava sicuramente di ridare lustro a quella che, a tutti gli effetti, fu l’unica uscita ufficiale del trio svizzero. Dopo la splendida ristampa rimasterizzata dei demo degli Hellhammer, datata ormai al 2008 e salita a prezzi stellari nel mercato collezionistico, si completa così anche per le nuove leve il catalogo della band, e la BMG, etichetta titolare dei diritti, ha deciso di guardare all’edizione espansa pubblicata nel 1990 (quindi con gli Hellhammer molti e sepolti da ben sei anni), inserendo anche i due brani che avevano trovato posto solo postumi in una compilation della Noise Records: “Revelations Of Doom” e “Messiah”, appunto nell’ottica di non lasciare buchi sui nostri scaffali. Anche se non nasce su iniziativa di Tom, questa ristampa ha comunque avuto il suo apprezzamento per l’attenzione e il rispetto mostrato, dato che il materiale aggiuntivo (foto, commenti e annotazioni) è stato lasciato proprio nelle mani del mitico fondatore, così come per la ‘ripulitura’ dei master originali si è scelto il nome di V. Santura, titolare dei Woodshed Studio, ma anche compagno di Tom G. Warrior nei Tryptikon. Che ha quindi approcciato il lavoro col solo fine di restituire il giusto splendore ai brani, senza alterare l’immediatezza, il marciume e la cattiveria che sprigionavano già al tempo. È quasi superfluo sottolineare l’impatto dei brani più diretti, nei quali gli Hellhammer facevano loro e ampliavano la lezione dei Venom (“Third Of The Storms”, “Massacra”), l’approccio visionario, quasi doom ma glaciale, del brano che ha dato il nome alla band con cui Tom omaggia oggi il suo passato più remote, o ripetere quanto siano esaltanti la cavalcata crudele e gli urletti spasmodici di una “Messiah”. Forse basta ricordare che solo in questi solchi sono racchiusi i nomi di due membri dei Mayhem, a testimonianza di quanto, qualche anno prima, una band proveniente da un remoto paesino rurale della Svizzera, avesse già intuito e lastricato la strada per il black metal. Altrettanto inutile sottolineare che il voto si riferisce al puro valore della ristampa, ben realizzata ma priva di inediti che costringano all’acquisto anche i fan della prima ora; per il valore storico dei brani contenuti, aggiungete serenamente 2-3 punti a vostra discrezione.