5.0
- Band: HELLOWEEN
- Durata: 00:59:23
- Disponibile dal: 29/01/2010
- Etichetta:
- Sony
- Distributore: Sony
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Gli Helloween il senso dell’umorismo non lo perderanno mai e, anzi, con gli anni questa loro caratteristica vena sarcastica sembra farsi sempre più largo fra le composizioni della band. Per festeggiare i venticinque anni di onorata carriera il quintetto teutonico non si accontenta di pubblicare il classico best of (anche perché il terzo e ultimo, “Treasure Chest”, risale a otto anni fa), ma sceglie di rivisitare alcune canzoni significative della propria carriera con soluzioni stilistiche del tutto particolari. E’ abbastanza singolare e quantomeno discutibile il fatto che una band che ha vissuto di heavy metal per oltre vent’anni come gli Helloween opti per festeggiare una tappa importante della propria carriera facendo sparire le chitarre distorte dai propri cavalli di battaglia, in questa nuova veste lasciati in balia di docili chitarre pulite e cascate di tastiere od orchestrazioni. L’esperimento è un vero e proprio azzardo che in effetti spesso e volentieri si trasforma in forzatura, scadendo nel ridicolo: in alcuni episodi come la funkeggiante “Dr. Stein” (azzeccati gli arrangiamenti di fiati), “If I Could Fly”, “Where The Rain Grow” e la sempre simpatica “Perfect Gentleman”, la nuova veste pop-rock sembra pertinente, ma allorché le zucche di Amburgo mettono mano su “Future World” e "Eagle Fly Free" inizia lo scempio, con linee vocali stravolte e forzature in sede di arrangiamento come se stupire fosse l’unica prerogativa della band. Male anche le ballate “Forever And One” e “A Tale That Wasn’t Right”, imbolsite dagli eccessivi orpelli sinfonici ad opera dell’orchestra sinfonica di Praga, più a proprio agio nella rivisitazione del medley “The Keeper’s Trilogy” di cui apprezziamo soprattutto le parti tratte da “The Keeper Of The Seven Keys” e “King Of 1000 Years”. Impossibile non citare, infine, la deturpazione ai danni di “I Want Out”, ridicolizzata da un coretto di voci bianche sul ritornello principale, per un risultato finale imbarazzante. Gli Helloween ne hanno combinata un’altra delle loro: “Unarmed” avrà anche momenti divertenti ma nel complesso pare un disco inutile e autoreferenziale (chi sentiva il bisogno di ascoltare delle versioni pop-rock dei loro classici?), più adatto come bonus disc di un ipotetico nuovo album che come release vera e propria.