6.0
- Band: HELLRAISERS
- Durata: 00:17:57
- Disponibile dal: 01/01/2015
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Gli HellraiserS se la prendono comoda, non c’è che dire. Riportando una data di formazione che rimanda al 1995, un primo demo nel 2004 e questo “Between Life & Hell” nel 2015, la band ha una cadenza decennale, rendendola una delle band meno prolifiche dell’underground estremo italiano. E, se i natali dei quattro blackster sono da ascriversi alla metà degli anni Novanta, così lo è la loro musica: un black metal di scuola smaccatamente norvegese, seppur con qualche elemento ritualistico tanto caro alla nostra tradizione. Non si può non notare una notevole dedizione ed una buona padronanza musicale, sia in fase compositiva (con un riffing che, seppur non certo originale, rimanda molto bene alle band cui la band dichiara di ispirarsi, che spaziano dai Marduk agli Iron Maiden) che di registrazione (molto buoni chitarra e basso). Fin qua tutto bene, insomma. Ecco: non proprio. Questo sarebbe stato un buon demo nel 1995, sopratutto se suonato da giovani blackster alle prime armi, in quell’età in cui un musicista cerca di creare il suo stile, liberandosi del fardello delle pesanti ispirazioni; ma, onestamente, con 20 anni di attività sarebbe lecito attendersi qualcosa di più (e chi scrive non è certo un fiero sostenitore di sound iper-puliti o originalità a tutti i costi). Cominciamo dalla voce: lo scream di Insanity è accettabile in una sala prove, forse in un live, ma se si vuole registrare, bisognerebbe avere delle capacità un po’ più incisive. Poi, nell’ordine dei problemi, viene il suono, per come è registrato: gli strumenti restano troppo separati, con un basso troppo ‘davanti’ ed una batteria un po’ troppo ‘impastata’. Infine i titoli, fin troppo anni Novanta (davvero, “Black Cold Forest” non si può proprio più sentire). I quattro pezzi (tre più intro) non sono male, ma c’è una specie di dicotomia, come se metà dell’anima della band volesse spingere verso il black metal più grezzo e cantinaro (in senso positivo) e l’altra metà volesse, invece, puntare a qualcosa di più pulito ed evoluto. L’opinione di chi scrive è che gli HellraiserS dovrebbero concentrarsi sulla prima di queste due opzioni, sporcando di più il loro sound, amalgamandolo sulle alte frequenze (proprio come si faceva nei ‘bei tempi andati’) e lavorando sia sulla potenza che sull’espressività della voce. Il gruppo dovrebbe provare a lasciar perdere certi riferimenti troppo classici e concentrarsi su un black metal crudo e glaciale, qualcosa che potrebbe dare ai piemontesi più soddisfazioni. Aspettiamo evoluzioni (speriamo non tra altri dieci anni).