8.5
- Band: HELLRIPPER
- Durata: 00:43:03
- Disponibile dal: 17/02/2023
- Etichetta:
- Peaceville
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Il calderone di James McBain è pronto a ribollire di nuovo anzi, a far saltare letteralmente il coperchio. Vi avevamo raccomandato tre anni fa di avere un orecchio di riguardo nei confronti del ventisettenne di Aberdeen e della sua personalissima creatura firmata Hellripper. Nel 2020, infatti, “The Affair Of The Poisons”, seconda fatica partorita dal bardo musicista scozzese, aveva decisamente ampliato l’interesse già scaturito con l’esordio griffato “Coagulating Darkness”, lasciando inoltre trasparire un ulteriore margine di miglioramento.
La passione per il metal nella sue forme più estreme e melodiche, andando comunque a toccare molteplici generi senza scadere in un confusionario minestrone, in aggiunta ad una capacità tecnica davvero notevole, avevano innalzato a dovere l’hype verso il nuovo album di Mr. McBain. Attese doverosamente ripagate: il black, speed, thrash, punk (e chi più ne ha, più ne metta) sprigionato dal polistrumentista britannico ha fatto centro in tutti i sensi, regalandoci un disco che farà sicuramente parte dei top di fine anno (sì, ci portiamo avanti). Volete i Bathory? Ci sono. Gli Iron Maiden? Anche. Gli Slayer? Perché no. I Dissection? Pure. I Cradle Of Filth? Non mancano. I Motörhead? Ovvio. E aggiungiamoci Toxic Holocaust, Venom, Children Of Bodom e Skeletonwitch. James pesca a piene mani dai maestri del passato modellandoli a suo modo, puntellandoli a dovere grazie alla sua infinita freschezza d’intenti. “Di getto”, così ha ripetuto lo stesso Hellripper nelle recenti interviste riferendosi al metodo di scrittura e stesura dei brani. Ed è proprio questa la sensazione che emerge sovrana lungo gli otto brani presenti in “Warlocks Grim & Withered Hags”, nel quale McBain ha voluto traslare in musica il mistero e il folklore che avvolge la sua terra natia, con un occhio d’attenzione alle opere del poeta Robert Burns.
I primi due singoli del resto ci avevano già abbondantemente soddisfatto e dimostrato come la one-man band scozzese avesse affinato, perfezionandola, la sua proposta. “The Nuckelavee” in primis, dove le sventagliate di riff e cambi di ritmo ci rimandano alle tinte più blackened degli Hellripper, costruendo un perfetto ponte, ancor più ornato e travolgente, con quanto già ascoltato in “The Affair Of The Posions”: la fucilata alla Skeletonwitch di “Beyond The Permafrost” ci apre allo scorribande del Nuckelavee, l’orribile e grottesca creatura riportata in vita dalla mitologia celtica ambientata, in questo caso, nel mare della Scozia nei pressi delle Isole Orcadi. E poi la sontuosa “Warlocks Grim, Withered Hags”, epica e dannata, con tanto di cornamusa sul finale, nella quale il nostro James innalza la volontà di spaziare, proponendoci un pezzo diverso dal suo trend black and thrash ma comunque efficace al 100%. Ad accompagnare i due manifesti sonori ci pensano altri sei episodi i quali non fanno altro che cementificare l’assoluto livello del nuovo album. E se qualcuno dovesse aver nostalgia delle precedenti sparate thrash non si preoccupi: gli assalti di “Goat Vomit Nightmare”, dove appaiono dei richiami di stampo Venom, la tritaossa “The Cursed Carrion Crown” (uno dei brani migliori dell’intero disco), omaggiante Araya e compagni, le scapocciate di “The Hissing Marshes” per tutti gli amanti di Lemmy e soci, testimoniano la superbia di “Warlocks Grim & Withered Hags”. Ci ripetiamo: tutti godranno con Hellripper, perché sul finire arriva pure “Posion Womb”, anch’essa intrisa di melodia e riffoni in serie, ad impreziosire la gamma metal già ricca e creativa offerta da McBain. Un sussultare di energia ed emozioni per le quali la degna conclusione è “Mester Stoor Worm” (la più oscura del lotto) che, come il gigantesco serpente marino delle Orcadi, esalta la forza propulsiva di questa realtà scozzese, ormai lanciata verso lidi più osannanti della scena metal.