7.0
- Band: HELLUCINATION
- Durata: 00:53:44
- Disponibile dal: 27/04/2018
- Etichetta:
- Time To Kill Records
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A tre anni di distanza da “Katabasis”, esordio più che discreto ma con ancora qualche difetto di gioventù, tornano a farsi sentire gli Hellucination con il loro death metal (molto poco) melodico e carico di groove. Rispetto al suo predecessore, l’opera seconda del quartetto capitolino mette in mostra, oltre alla già nota perizia tecnica, un songrwiting più variegato, come sempre poco incline ai compromessi (l’unico appunto resta infatti il growl/scream del cantante-chitarrista Francesco, alla lunga un po’ monocorde anche se meno che in passato), ma comunque in grado di alternare diversi registri. Accanto alle consuete mazzate (“Iron Sky”, “Like A Scythe Through Wheat”) e a mid-tempo dalla ritmiche contorte e dal minutaggio elevato (“There Is No Spoon”, “Calculating Apocalypse”), trovano dunque spazio pezzi dall’appeal melodico più marcato come “Artificial Life”, “Beyond The Walls”, la breve “Overhumanist” e finanche il quasi metalcore di “Woe Is Me”, con tanto di contro-cori in stile hardcore. Menzione a parte per le particolari “Le Serment Des Chasseurs” e “Do Ut Des” che, oltre alla particolarità del cantato rispettivamente in francese e italiano, riescono ad unire al meglio le due anime della formazione romana, mai banale anche dal punto di vista lirico. I titoli di coda affidati alla semi-outro “Satya Yuga” (la classica quiete dopo la tempesta) calano il sipario su “Multiverse”, un autentico viaggio multidimensionale per una band da tenere d’orecchio.