6.5
- Band: HELLYEAH
- Durata: 00.41.34
- Disponibile dal: 10/06/2014
- Etichetta:
- Eleven Seven Music
- Distributore: Warner Bros
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Il quarto album degli Hellyeah arriva a distanza di due anni dal precedente, come vuole l’usanza attuale dei cicli di pubblicazione per una band mainstream in salute. Dopo il mezzo passo falso di “Band Of Brothers”, capitolo abbastanza sgonfio e un passo indietro rispetto a “Stampede”, il supergruppo (?) ha deciso di rinfrescare i propri ranghi salutando il chitarrista Greg Tribbett e il bassista Bob Zilla e dando il benvenuto a Kyle Sanders, fratello di Troy (ecco perchè ha un’aria familiare!) e bassista dei Bloodsimple. Cosa da non sottovalutare, inoltre, la band si è affidata alle sapienti mani del producer Kevin Churko, sulla cresta dell’onda per i lavori con Ozzy, Five Finger Death Punch e In This Moment. Un lavoro ancora sbilanciato, a parere di chi scrive, principalmente per la continua ricerca del groove ad ogni costo, obiettivo raggiunto in pieno dal drumming ispirato e trainante di Vinnie Paul ma leggermente in difficoltà nel reparto riff, dove la mancanza di Tribbett non riesce ad essere mascherata del tutto. Non si spiega la mancanza dei redneck party anthems che hanno caratterizzato i lavori precedenti, ma tutto sommato c’è più di un pezzo godibile: “Sangre Por Sangre (Blood For Blood)”, “Demons In The Dirt” e “Say When” cercano di avvicinarsi all’intensità dei Pantera, mentre le fasi più introspettive di “Moth”, “Hush” e “Black December” ci fanno ricordare perchè amavamo i Mudvayne. L’unico pezzo memorabile resta “Gift”, per le vibrazioni in generale e il fantastico assolo. Giudicandolo sotto l’ombra della ‘Pantera Legacy’, “Blood For Blood”, come l’intera discografia del gruppo, può sembrare una delusione. A sè stante, come non fosse un supergruppo, il quarto capitolo della saga Hellyeah manca di ‘fattore wow’ ma ha i suoi momenti, e nella sua attitudine diretta, sanguigna e senza fronzoli può anche essere godibile.