7.0
- Band: HELLYEAH
- Durata: 00:36:26
- Disponibile dal: 27/09/2019
- Etichetta:
- Eleven Seven Music
- Distributore: Warner Bros
Spotify:
Apple Music:
“Welcome Home” avrebbe dovuto essere il sesto album in studio degli Hellyeah, il terzo dopo il cambio formazione, quello in cui Chad Grey supera numericamente le pubblicazioni dei Mudvayne. Dopo il 22 giugno 2018 è invece, principalmente, il testamento musicale di una leggenda della musica heavy, l’ultima pubblicazione di Vinnie Paul Abbott. La band era avanti con i lavori sul nuovo disco e Vinnie aveva quasi terminato le sue parti in nove delle tracce presenti, quindi i musicisti decisero di dividersi e dare a Chad Grey maggior tempo per scrivere e lavorare sulle melodie. Il giorno successivo Vinnie si spense nel sonno. In onore del batterista il disco è stato terminato come tributo e celebrazione, proseguendo nella vena ispirata dell’ultimo “Unden!able” e mostrando il lato migliore di una formazione che si è fatta amare ma che ha anche vissuto di alti e bassi in carriera. Il coach e producer Kevin Churko – allievo di Mutt Lange e producer di punta dell’attuale scena heavy mainstream a stelle e strisce – conferma di saper instradare il quintetto nella giusta direzione, tra energico groove metal, alternative e qualche bordata sopra le righe, ovviamente sorretta dall’inimitabile e insostituibile stile del compianto batterista. Pezzi potenti e anthemici come “333”, “Welcome Home” o “Bury You” entreranno presto tra le tracce preferite dei fan storici, che facilmente apprezzeranno anche le inflessioni più alternative e nelle corde del passato di Chad Grey come “I’m The One”, “Black Flag Army” e “At Wick’s End”, benedette dal tocco ispirato del chitarrista Tom Maxwell. Toccante e riuscito il tributo acustico “Skyy and Water”, scritto dal frontman il giorno successivo alla morte di Big Vin. Non tutto fila liscio come testimoniano “Perfect” e “Boy” – reminescenti di quel nu-metal invecchiato male – ma nel complesso l’album gira bene, senza grosse novità ed abbandonando le pacchianate da cowboy degli esordi e restando semplice, essenziale e diretto come ama il pubblico americano. Sentire le parole di Vinnie nella conclusiva “Irreplaceable” poi stringe letteralmente il cuore. Non sappiamo se gli Hellyeah continueranno o meno, questo disco però è un degno e solido saluto ad un artista irripetibile.
“It’s a good time. Don’t ever think it’s not a good time. Because if you do, it ain’t a good time. A good time is a good time, a bad time is a bad time, and a wonderful time is irreplaceable”.
Grazie di tutto Vinnie.