4.5
- Band: HELMET
- Durata: 00:31:25
- Disponibile dal: 10/11/2023
- Etichetta:
- earMusic
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Triste il dispiegarsi del crollo di una band sotto i nostri occhi, o meglio nelle nostre orecchie; specie quando si tratta, come nel caso degli Helmet, di un gruppo che, per alcuni anni, ha rappresentato una realtà dirompente e seminale.
Detto che dalla reunion, o meglio dal ritorno sulle scene di Page Hamilton con una nuova, anonima formazione, erano stati pochi i segnali di giubilo, “Left” rappresenta a nostro parere il punto più basso della carriera del chitarrista newyorchese, nella speranza di non essere smentiti da ulteriori uscite in futuro.
Il lavoro non parte nemmeno malissimo, a ben vedere: le iniziali “Holiday” e “Gun Fluf” non sono magari eccezionali, sicuramente parecchio già sentite come formula, ma fanno scuotere un po’ la testa e fanno sorridere i nostalgici degli anni Novanta, richiamando anche band da sempre loro affini come Prong e Therapy?.
A seguire, il nulla assoluto, e con anche un certo fastidio, quello percepito nel constatare lo spreco di capacità. Gli stop’n’go, un tempo sinonimo di dinamismo, diventano formula stantia e timbrini senza costrutto, e che tristezza i brevi assoli che punteggiano alcuni brani; le linee vocali, inoltre, si possono quasi sovrapporre tra le varie tracce, e spesso sorpassano la linea dell’abrasivo verso il puramente sgradevole.
L’adrenalina di un tempo è sostituita da un senso di stanchezza e ripetizione veramente imbarazzante: una canzone come “Bombastic” potrebbe vincere il premio ‘pubblicità ingannevole’ per quanto è lontana nella resa dal suo titolo. In un paio di momenti, come già nel recente passato, gli Helmet strizzano l’occhio al sound della California – ormai loro terra d’adozione, del resto – e giocano a fare i Weezer ma, come dicevano le nostre nonne, è peggio che andar di notte, per quanto brancolino nell’assenza di idee. E, tirando le somme, non possono essere due brani ‘carucci’, ma già affossati su una formuletta, a salvare le sorti di un intero disco (quantomeno breve, per ridurre lo strazio).
È sempre più vicino il giorno in cui ci ricorderemo di Paige Hamilton solo come ex fidanzato di Winona Ryder? Ci piace sperare il contrario, anche se al momento quest’ultima, quanto a carriera, ci pare invecchiata molto meglio.