6.5
- Band: HERCUNIA
- Durata: 00:15:27
- Disponibile dal: 01/03/2015
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Nascono nel settembre 2013 i milanesi Hercunia, giovane ottetto nostrano dedito ad un folk-death metal che, pur non presentando nessuna connotazione originale, ben si rifà a soluzioni già praticate nel lontano e recente passato da formazioni nazionali e internazionali, più o meno quotate. Il numero di elementi in line-up, la presenza di un flautista, di un ghirondista e di un suonatore di cornamusa fanno inevitabilmente scattare il paragone con i paladini del genere Eluveitie, oppure, spaziando a caso nell’epopea folk-metal degli ultimi quindici anni, ecco comparire alla mente nomi quali In Extremo, Furor Gallico e Folkstone, giusto per rimanere, esclusi i primi nominati, in territorio lombardo. Ma inutile sottolineare similitudini piuttosto inevitabili in un genere che spesso ripete se stesso all’infinito. Ciò che conta, soprattutto ad un livello embrionale quale quello degli Hercunia, è la capacità di scrivere brani coinvolgenti e divertenti, ben suonati e con melodie che possano lasciare un segno, possibilmente positivo. Tutto ciò, in questo debuttante “Demo 2015” è ben presente ed in effetti non si può chiedere di più, per ora, a questa formazione. La produzione è notevole e professionale e mette piuttosto bene in mostra tutti gli strumenti, che sono molti, impiegati dalla band. L’opener “Exobnos”, introdotta da un classico incipit di cornamusa, è una traccia battagliera e pregna delle melodie e dei giri folk che hanno fatto la fortuna dei più meritevoli gruppi del genere, nella quale il vocalist Edward Marella si destreggia bene con il suo growl. Segue la più lunga, lenta, epica e complessa “Uisonna”, che mostra il lato più romantico e medievale degli Hercunia, senza ovviamente dimenticarsi di instillare al suo interno sensazioni di battaglia, gran enfasi folcloristica e anche una buona sezione leggermente più estrema. Chiude il demo la traccia intitolata con il nome dei suoi autori, probabilmente il pezzo più convincente del minuscolo lotto: si ritorna alle sonorità più classicamente folk-metal, con altri giri trascinanti, un tiro coinvolgente, ritmiche più cadenzate e moderne e un’immediata orecchiabilità. Un’opera prima piacevole, dunque, per i Nostri, che arriva veloce al punto e presenta bene gli Hercunia, seppur all’interno di una scena decisamente inflazionata e già in fase calante. L’attitudine comunque è quella giusta e le canzoni ci sono piaciute. Staremo a vedere in futuro.