HERIOT – Devoured By The Mouth Of Hell

Pubblicato il 03/10/2024 da
voto
7.5
  • Band: HERIOT
  • Durata: 00:33:12
  • Disponibile dal: 27/10/2024
  • Etichetta:
  • Century Media Records

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Gli inglesi sono sempre stati bravi ad allevare i propri giovani talenti, attraverso una stampa specializzata sempre alla ricerca della novità e una rete molto efficiente di uffici stampa, promoter, agenzie di booking ed eventi: in questo modo anche realtà esordienti della musica estrema come gli Heriot possono avere i riflettori puntati ben prima di un album di esordio con articoli, tour importanti, partecipazioni a festival come Download, Rock Am Ring e Copenhell, oltre a nomination in manifestazioni come Kerrang! Awards ed Heavy Music Awards.
Certo, il claustrofobico terzo EP “Profound Morality” e l’aggiunta di Debbie Gough come chitarra e voce hanno reso le cose interessanti, ma il debutto ufficiale “Devoured By The Mouth Of Hell” riesce ad ampliare e migliorare la loro proposta in maniera realmente significativa. Per l’occasione, il quartetto si avvale di un ‘dream team’ capitanato da Josh Middleton (ex Architects e leader dei Sylosis), che ha prodotto il disco e fornito una nuova prospettiva sotto la quale, nelle parole della stessa band, sono state completamente riscritte le bozze dell’intero lavoro. Come ingegnere del suono e mixer c’è invece il ‘re Mida’ Will Putney (Knocked Loose, Thy Art Is Murder, Body Count), affiancato da Justin Hill (Sikth) per le parti di batteria.
In questo debutto dal grande potenziale, la soffocante pesantezza sludge che ha caratterizzato i primi EP viene immersa nell’hardcore in una formula inusuale, affiancata da elementi screamo, blackgaze e post-metal, con accordature ribassate e inevitabili breakdown.
“Foul Void” comincia l’attacco fisico all’ascoltatore in maniera apocalittica, gelida e tagliente, introducendo il noto mix di scream acuti e gutturali di Debbie Gough e Jake Packer, mentre la successiva “Harm Sequence” è una breve ma efficace dimostrazione di forza bruta condita da un inatteso assolo slayeriano.
Dalla successiva “Opaline”, ci si rende conto di quanto i giovani abbiano esteso il campo da gioco, con una prima palla curva che tira in ballo Type O Negative e Chelsea Wolfe in un brano decadente ed etereo, caratterizzato da atmosfere che verranno riprese più avanti in “Visage”. “Sentenced To The Blade”, “Siege Lord” e “At The Fortress Gate” sono ulteriori spietate forme della brutalità del gruppo, mentre l’ottima “Lashes” evoca Nine Inch Nails e Code Orange, confermando il sospetto di musicisti che hanno studiato e sono rimasti pesantemente influenzati dagli anni ’90.
Anche se non tutto è perfetto (“Solvent Glaze” e “Mourn” sono un po’ pasticciate a parere di chi scrive), “Devoured…” mostra i punti di forza degli Heriot e ne giustifica l’hype dimostrando un approccio personale, tutto sommato concreto ed incisivo, che crea un’atmosfera densa e affascinante, fatta di trame rumorose e sperimentali che possono risuonare in molte categorie di ascoltatori.
Solo il tempo potrà consacrarli come big o smascherarli come raccomandati, nel frattempo possiamo segnare questo debutto tra i più interessanti dell’anno.

TRACKLIST

  1. Foul Void
  2. Harm Sequence
  3. Opaline
  4. Siege Lord
  5. Sentenced to the Blade
  6. Solvent Gaze
  7. Lashed
  8. At the Fortress Gate
  9. Visage
  10. Mourn
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