6.5
- Band: HERZEL
- Durata: 00:36:05
- Disponibile dal: 19/03/2021
- Etichetta:
- Cruz Del Sur Music
- Gates Of Hell Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Gli Herzel sono una giovane band francese al loro primo disco: un combo devoto al metal più classico, ottantiano e caratterizzato dalla forte vicinanza con le sonorità dell’epic di grandi maestri come Manilla Road, Warlord e Cirith Ungol – in linea con il prolifico revival di questo genere, complice lo sdoganamento statunitense a opera di gruppi come Eternal Champion e Visigoth.
Uno dei tratti distintivi che per primo salta all’occhio è che gli Herzel scelgono di cantare in lingua francese. Una scelta per nulla comune, ma che non risulta affatto infelice. Infatti un metal di questo tipo pare adattarsi bene a una lingua dalla particolare musicalità come quella d’oltralpe, ottenendo una fluidità quasi delicata peculiare – difficile da rintracciare in un genere che di solito si nutre di lyrics ruvide e schiette.
Non mancano alcuni elementi interessanti anche da un punto di vista prettamente musicale. Il genere di “Le Dernier Rempant” è, per eccellenza e per scelta, derivativo: gli Herzel attingono a piene mani da tutto quel repertorio fatto di riff dinamici e orecchiabili, melodie vocali incisive e atmosfere battagliere (tutto sorretto da una produzione vagamente vintage, assolutamente adatta). Al contempo però sono presenti delle buone idee sviluppate in fase di arrangiamento, dove il tipico piglio aggressivo dell’epic metal è posto meno in risalto, favorendo strutture armoniche ben studiate, con ampi inserti acustici vicini al folk e brani strutturati in modo arioso con una durata particolarmente lunga.
Gli echi degli Iron Maiden più magniloquenti e ‘narrativi’ (in “L’Èpée Des Dieux” e “L’Ultime Combat”), la solidità ritmica che rimanda a certi primi Virgin Steele (in particolare in un brano come “La Flamme”) e un mood quasi fiabesco (“Berceau De Cendre” ricorda a tratti alcuni episodi acustici dei nostrani Domine): sono tutti frangenti che rendono “Le Dernier Rempant” un lavoro di buona fattura, senz’altro un ascolto obbligato per chiunque sia amante di sonorità tanto radicate nello spazio storico che un certo tipo di metal ‘puro’ continua a occupare.
Sono necessari un paio di appunti che rendono il lavoro non esaltante come avrebbe potuto. Innanzitutto la prestazione vocale di Thomas Guillesser, ancora acerba, a tratti decisamente piatta per un genere che fa dell’energia e dell’epicità il suo punto di forza. In secondo luogo lascia un po’ spiazzati la durata piuttosto esigua dell’album – il quale, a conti fatti, consta soltanto di cinque brani, più un intermezzo strumentale: forse sarebbe stato necessario un minutaggio più lungo, per riuscire a delineare meglio le possibilità di una band tanto interessante e garantendo una varietà compositiva ulteriore.