
6.5
- Band: HESPERIA
- Durata: 00:56:30
- Disponibile dal: 10/02/2017
- Etichetta:
- Sleaszy Rider Records
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Il nome Hesperia, per chi segue la scena pagan metal italiana, non suonerà nuovo. “Caesar (Roma Vol. I)”, infatti, è il sesto full length album del solo project marchigiano ideato e realizzato dal mastermind Hesperus. Di questa band piace soprattutto la passione, l’amore e la dedizione nel voler dar vita al mondo antico della nostra penisola ed ai popoli che la abitavano un tempo. Tutti i testi della band fanno parte di un unico, grande concept che Hesperus costruisce album dopo album. La musica varia da release a release e persino di brano in brano, ma l’universo che sta dietro alle note è sempre lo stesso: suoni intrisi di storia, cultura e religione dunque, a tal punto da influenzare in modo schiacciante la proposta musicale. Questo nuovo album è dedicato alla città di Roma, alla sua strepitosa avventura nel mondo e ad uno dei suoi più illustri rappresentanti: Caio Giulio Cesare. Si inizia subito con l’affascinante intro “Ivlia Gens (Incipit) / Svpremvs Dvx” che già ci svela quello che ci attende scorrendo i brani di questa lunga release (quasi un’ora di musica). Il sound della band è cambiato, si è raffinato (così come la produzione) ed è virato deciso verso sonorità più classic heavy (come al solito si possono citare gli Iron Maiden, basti ascoltare la song conclusiva del CD). Nei momenti più extreme il gruppo potrebbe ricordare a distanza i belgi Ancient Rites per il cantato narrato utilizzato da Hesperus, proprio come Theys. Difficile inquadrare musicalmente gli Hesperia ed ancor più difficile capire quali possono esser stati i gruppi ad aver influenzato un simile sound: se si pensa alle parti heavy metal si potrebbero, con qualche azzardo, citare nomi importanti del calibro di Iron Maiden e Strana Officina. Ma se vogliamo dirla tutta, ci sono anche molti passaggi rock ispirati forse a Litfiba e accostati inverosimilmente alle sporadiche parti black metal-oriented: si ascolti il brano “Roma”, tanto per fare un esempio, ma si possono anche nominare i Nomadi se si ascolta “Divini Praesagii” e da qui si può capire quanto variegato sia lo stile di questo gruppo; uno stile messo a servizio della teatralità. Il tutto viene rappresentato in modo teatrale, infatti, sembra quasi di assistere ad uno spettacolo del teatro antico in cui viene inscenata la storia della vita di Cesare. Tra le cose migliori di questa articolata release segnaliamo quasi tutte le parti strumentali poste all’inizio dei brani che hanno il compito (riuscito) di catapultare il pubblico nell’Antichità per poter fargli vivere ancor più da vicino questa esperienza. L’ascolto di una release simile non è nè facile, nè immediato e potrà piacere come anche lasciare dei dubbi, ma indubbia è la passione e anche la bravura di questo project nel portare avanti un discorso complesso e per certi versi innovativo. Gruppo da lodare per come riesce ad inserire la musica all’interno di una proposta artistica più ampia. Per gli amanti della scena pagan (in senso lato), invece, questa release presenterà alcune criticità per lo più dovute alla mancanza quasi totale dell’elemento extreme metal.