6.0
- Band: HEXIS
- Durata: 00:26:15
- Disponibile dal: 11/01/2014
- Etichetta:
- Musicfearsatan
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Periodo di vacche grasse per i fan dei Celeste: qualche settimana fa è arrivato fra noi “Animale(s)” e ora è il turno di questo “Abalam”, disco che porta la firma degli Hexis, ma che potrebbe tranquillamente essere scambiato per una nuova opera della formazione transalpina, tanto la somiglianza fra le due proposte è sconcertante. Ascoltando il platter, sembra quasi che gli Hexis abbiano commissionato il songwriting e la produzione ai loro più noti colleghi. Inoltre, essendo lo stile “post” black/sludge dei Celeste decisamente distinto e ormai facilmente riconoscibile da tutti coloro che vivono l’underground, il tutto risulta ancora più imbarazzante: “Abalam” è praticamente il prodotto di un gruppo-clone. Negli anni ci siamo abituati ad avere a che fare con realtà che provano insensatamente a riprodurre alla lettera il suono di act particolarissimi (Meshuggah su tutti) e a sorridere davanti a tali operazioni di copia/incolla: con gli Hexis di “Abalam”, anche se cambia il termine di paragone, la storia si ripete. Non siamo al cospetto di una band che si muove all’interno di un filone e che, più o meno giustamente, trae ispirazione dalle realtà più in vista di quest’ultimo: i danesi prendono i Celeste come solo ed unico punto di riferimento e mutuano qualsiasi cosa da essi, dallo stile generale alla voce, dai suoni al concept. Di fronte ad un album come questo si fatica ad esprimere un giudizio: formalmente “Abalam” appare anche discreto, ma è talmente vicino all’operato di una certa altra band francese che, a conti fatti, l’unico vero sentimento che suscita è la voglia di andare a riprendere un “Misanthrope(s)”. Disco per certi versi inspiegabile.