HEXVESSEL – Iron Marsh

Pubblicato il 16/06/2013 da
voto
8.0
  • Band: HEXVESSEL
  • Durata: 00:34:50
  • Disponibile dal: 10/05/2013
  • Etichetta:
  • Svart Records

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La musica degli Hexvessel disarma e rende inermi. Già il precedente full-length “No Holier Temple” ci aveva fatto letteralmente tremare le ginocchia e rivoltare le sinapsi con il suo incredibile melting pot di folk, psichedelia, post-rock, acid rock e doom metal bucolico tutto tessuto insieme da un songwriting fuori dal mondo, e oggi ci tocca emozionalmente sopportare anche “l’espansione” a quel lavoro cui Kvohst e soci ci hanno preparato, ovvero un EP pensato per completare l’immaginario del suo full-length gemello, in cui gli Hexvessel ancora una volta ci schiacciano sotto il peso di un pathos emozionale che davvero poche altre band al mondo in questo momento riescono a sprigionare con dei suoni così flebili e delicati. Nel mondo degli Hexvessel è il songwriting a dominare tutto. Un songwriting talmente ispirato e disinvolto che la musica del gruppo scivola via come i gorghi di un ruscello, saltando da un genere all’altro o entro gli opposti umori di uno stesso genere con una disinvoltura disarmante, e con un flow inarrestabile, fluidissimo, e completamente privo di forzature. Momenti di malinconia irreparabile e dal taglio quasi funereo che ricordano da lontano “Solitude” dei Black Sabbath, vengono squarciati da gospel struggenti e luminosi di blues liquefatto e lisergico in cui brillano soprattutto il lavoro pazzesco svolto dall’Hammond e dal Fender Rhodes e dalla tromba di Jussi. Basta sentire la prima traccia “Masks of the Universe” entro la quale vivono sia i Jethro Tull, sia gli Hawkwind, sia i Faust, sia Tim Buckley, sia i Blue Cheer, tutti inseriti in una sognante e surreale cornice di folk da fiaba. E la magia ovviamente in ripete in ogni altro angolo del lavoro. Il violino e le voci di Kvhost sono assolute dominatrici del gioiello totale di folk esoterico che è “Superstitious Currents”, mentre “Tunnel At the End of the Light”, surreale fin nel titolo, più che una canzone appare una visione, ed è musicalmente talmente visionaria ed evocativa nella sua struggente interpretazione folk del “doom and gloom” da lasciare senza fiato. “Woman of Salem” (incredibile cover di Yoko Ono) e “BreakThe Curse” non interrompono il ciclo ma anzi mantengono il cerchio di splendore perfettamente chiuso, sigillato attorno ad un alone di perfezione e bellezza dalle fattezze inattaccabili. Catalizzatrice di tutto, la voce non di questo mondo di Captain Kvhost, autentico sciamano di un rito post-folk che ormai non trova più rivali in nessun luogo del presente. Autentica e semplice magia.

TRACKLIST

  1. Masks of the Universe
  2. Superstitious Currents
  3. Tunnel at the End of the Light (Redux)
  4. Woman of Salem (Yoko Ono cover)
  5. Don’t Break the Curse
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