HIDEOUS DIVINITY – Adveniens

Pubblicato il 09/05/2017 da
voto
8.0
  • Band: HIDEOUS DIVINITY
  • Durata: 00:48:03
  • Disponibile dal: 28/04/2017
  • Etichetta:
  • Unique Leader
  • Distributore: Audioglobe

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Il terzo album è sempre il più difficile. Il terzo album è difficile soprattutto quando il primo ti ha messo in luce come uno dei nomi su cui puntare in campo death metal (“Obeisance Rising”) e il secondo ha confermato clamorosamente ogni presentimento, portandoti a suonare in lungo e in largo per l’Europa e a dividere il tour bus con i ragazzi di Cannibal Corpse e Krisiun (“Cobra Verde”). Una pressione non indifferente, unita al timore (legittimo) di abbandonare la propria zona di comfort, avrebbe potuto indurre gli Hideous Divinity a non discostarsi dalla formula adottata nelle suddette opere, miscelando gli insegnamenti dei colossi Hate Eternal, Morbid Angel e Nile con alcuni spunti più ‘rotondi’ e moderni, senza disorientare un pubblico che – nell’era degli ascolti sulle piattaforme Spotify e YouTube – risulta sempre meno incline al cambiamento, al desiderio di mettersi alla prova. Nulla di tutto ciò si verifica nei solchi di “Adveniens”, disco che, fin dal titolo, sembra volersi fare portavoce di un nuovo linguaggio espressivo, di soluzioni lungi dal potersi definire ‘standard’ all’interno della scena, distillate attraverso un procedimento chimico in cui sangue e carne si mescolano fino a creare un organismo refrattario alle facili catalogazioni. L’evoluzione del quintetto capitolino non si manifesta subito, con una “Ages Die” che, nei primi minuti, ricalca lo stile serrato e chirurgico delle vecchie “Summoning Fists to Heaven” e “The Somber Empire”, in un vortice di soluzioni ritmiche e chitarristiche prettamente US death metal, ma è solo un’impressione; di lì a poco, infatti, ecco emergere dallo sfondo una serie di arie malevole e di riff che non sapremmo come altro definire se non ‘neri’, da cui trapela palesemente l’influenza di certo black metal, frutto di un songwriting mai così complesso, stratificato e libero da schemi precostituiti, che necessita di attenti e ripetuti ascolti per essere assimilato a dovere. Un avvio caustico e spiazzante, apripista di una tracklist dall’indole progressiva che un attimo prima mira a falciare ogni ostacolo sul proprio cammino (basti sentire il finale di “Sub Specie Aeternitatis” o la terrificante “Angel of Revolution”) e quello dopo si schiude in abissi di tenebre del calibro di “Passages”, “Messianica” e “Future in Red”, episodi lunghi e compositi in cui Enrico Schettino e compagni si mettono in gioco senza preoccuparsi della dicitura ‘brutal’ sul loro curriculum, tra dissonanze, parentesi ipnotiche e un senso di gelo che, di nuovo, non può non riportare alla mente altri scenari. Da qualsiasi angolazione si decida di osservarlo e giudicarlo, “Adveniens” è il suono della definitiva consacrazione. Un punto di arrivo e, al tempo stesso, l’inizio di un nuovo capitolo per gli Hideous Divinity, ormai pronti al grande salto in termini di riscontro di pubblico e popolarità. Praticamente imprescindibile.

TRACKLIST

  1. Ages Die
  2. Sub Specie Aeternitatis
  3. Passages
  4. Angel of Revolution
  5. Feeding Off the Blind
  6. When Flesh Unfolds
  7. Messianica
  8. Future in Red
  9. Embodiment of Chaos (Sinister cover)
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