
7.5
- Band: HIERARCHIES
- Durata: 00:46:11
- Disponibile dal: 17/01/2025
- Etichetta:
- Transcending Obscurity
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Chi conosce e segue l’operato di Transcending Obscurity, avrà sicuramente notato l’entusiasmo e la prolificità con cui l’etichetta indiana si sta dedicando al death metal negli ultimi anni: sempre più spesso infatti nomi legati al suo roster spuntano nelle classifiche di fine anno o nelle discussioni inerenti le migliori realtà death metal contemporanee, sottolineando l’importanza che sta assumendo nel settore, soprattutto in quello declinato in salsa technical.
In effetti, anche l’omonimo disco di debutto dei misteriosi Hierarchies rientra di diritto nella sottospecie, nonostante un approccio quantomeno bizzarro ed eclettico al genere. Scavando meglio nella loro biografia, si scopre poi che due terzi della formazione ospita al suo interno membri degli Acausal Intrusion, stravagante band americana recensita con entusiasmo su queste stesse pagine in passato e chiave di volta per interpretare al meglio le azioni di questa nuova band. Molte delle caratteristiche dell’altro gruppo infatti, emergono con prepotenza anche tra i solchi di questo album: le chitarre sbilenche, la batteria psicotica e frammentaria, il feeling libero e fuori dal metronomo del suonato, così come la scelta di suoni scarni e poco distorti vengono mutuati in pieno anche negli Hierarchies, che perdono però l’alone black metal degli Acausal Intrusion per concentrarsi su un lotto di pezzi dall’incontrovertibile sapore death metal.
“Entity” potrebbe in effetti fungere da manifesto programmatico e stilistico di tutto il platter: si parte subito infatti con una serie di riff e melodie astruse, imperfetti, su cui la batteria sembra improvvisare dei tempi semplicemente assurdi e su cui il malefico stile vocale propaga un alone di malessere tangibile ed oscuro. Come se non bastasse, “Consecrate Phenomenon” e “Dimension” mettono in scena tutta l’inventiva del terzetto, che aumenta la portata con arpeggi inusuali e scariche ritmiche per raggiungere con “Twilight Tradition” un pathos demente e labirintico di grande suggestione.
La seconda parte del disco, invece, segnata soprattutto dalle fulminanti incursioni dissonanti di “Complexity Parallels” e dai richiami abissali di “Vultures”, sembra dispiegare l’amorfa creatura verso orizzonti musicali apparentemente impensabili, eppure così vividi e tangibili per le menti straordinarie di questi musicisti. La magia finale avviene poi quando ci si accorge, già dopo un primo distratto ascolto, che molte delle melodie e dei motivi del disco sono rimasti impressi nella memoria, riuscendo così a rendere appetibili delle canzoni obiettivamente votate al caos compositivo più selvaggio.
Per quanto manchi al progetto la maestosità grandiosa ed alcuni passaggi geniali posseduti dagli Acausal Intrusion, gli Hierarchies rilasciano senza dubbio una prova distinta e fuori dalle righe, continuando l’assurdo percorso artistico ed estetico del duo Turner/Moran, musicisti incredibili dal tocco inconfondibile e dalle idee rivoluzionarie per i rigidi ranghi del death metal tecnico.