7.5
- Band: HIEROPHANT
- Durata: 00:30:35
- Disponibile dal: 11/04/2016
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
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Prosegue l’intensa agguerrita marcia degli Hierophant contro il desolato presente. Se il precedente “Peste” era una accurata rassegna dei principali sentimenti negativi dell’animo umano, questo “Mass Grave” è un violentissimo anatema sul destino del mondo che sempre più accelera verso la catastrofe. Come di consueto, senza grandi giri di parole, i ragazzi romagnoli ci schiaffano in faccia la loro cupa, ma non irrealistica, visione del mondo. Di pari passo con il cambio di soggetto, mutano – almeno parzialmente – anche le coordinate musicali del gruppo, oggi ridotto a quartetto con il chitarrista Lorenzo Gulminelli ad occuparsi anche della voce. Su “Mass Grave” dominano sonorità estreme, impetuose, fra death metal, grindcore e una spruzzata di desolante rumorismo. L’hardcore, un tempo base del sound dei ragazzi, sicuramente mantiene un’influenza a livello di attitudine, ma non vi è dubbio che questo sia il capitolo più duro e possente della discografia della band. Basta un ascolto fugace per rendersi conto di come gli Hierophant questa volta abbiano particolarmente spinto verso un suono corposo e maggiormente strutturato, nel quale inquietanti e allarmanti atmosfere trovano posto accanto ai soliti riff torrenziali. Un tempo il gruppo si faceva segnalare soprattutto per un furioso martellamento d-beat, mentre oggi non disdegna affatto andature cadenzate, groove e potenza di chiara matrice death metal. Insomma, nonostante i pezzi continuino ad essere brevi e incalzanti (Nails docet), in questo nuovo “Mass Grave” si sentono più i Bolt Thrower che i Wolfbrigade, a livello di punti di riferimento. Il songwriting, in ogni caso, resta efficace, i brani si distinguono meglio e l’ascolto, di conseguenza, risulta avvincente. Nessuna consolazione ci aspetta, la musica come un tarlo corrode illusioni e speranze mal riposte. “Mass Grave”, in definitiva, è un disco dal genuino carattere polemico e belligerante che certamente non lascia indifferenti e che in più punti dimostra la continua crescita degli Hierophant, sia sotto il profilo compositivo che sotto quello esecutivo. Chi contestava la band per la ripetitività di certe sue formule probabilmente sarà costretto a ricredersi.