HIGH PARASITE – Forever We Burn

Pubblicato il 22/09/2024 da
voto
7.0
  • Band: HIGH PARASITE
  • Durata: 00:40:00
  • Disponibile dal: 27/09/2024
  • Etichetta:
  • Candlelight

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Gli High Parasite sono sostanzialmente un progetto del bassista/cantante Tombs, ma per il momento questa nuova realtà del panorama britannico sta facendo parlare di sé soprattutto per la presenza al microfono di Aaron Stainthorpe, iconico frontman dei My Dying Bride.
In un periodo burrascoso per la sua band principale, segnata da conflitti interni con il chitarrista Andrew Craighan e dalla cancellazione di numerosi concerti, Stainthorpe pare avere trovato una boccata d’aria e una nuova dimensione in questa formazione, con la quale presto andrà in tour nel Regno Unito e in Irlanda di supporto ai Cradle Of Filth.
Mentre i My Dying Bride sono fermi, gli High Parasite si stanno insomma preparando a fare il loro ingresso sulla scena con grande determinazione, sulla spinta di un suono che da un lato cerca di essere nostalgico nel suo richiamare certo dark/gothic metal degli anni Novanta e dei primi Duemila, e che dall’altro prova a stabilizzarsi su coordinate più attuali, soprattutto a livello di resa sonora.
La produzione del disco, curata da Greg Mackintosh dei Paradise Lost, è uno degli aspetti più evidenti e importanti di “Forever We Burn”. L’influenza della gothic metal band per eccellenza si fa sentire fin da subito: le sfumature elettroniche e le strutture compatte ricordano a volte un lavoro come “One Second” o il meno fortunato “Symbol Of Life”, dove una certa tenebrosità gotica si intreccia a melodie più accessibili e a una forte componente pop, la quale apre a chorus insistenti e melodie limpide che restano presto in testa, sostenute da chitarre potenti e robuste.
Un elemento abbastanza distintivo del disco è il dialogo vocale tra Stainthorpe e Tombs: il primo alterna il suo tipico growl gutturale a linee vocali più pulite, intrecciandosi sapientemente con la voce di Tombs, la quale sembra farsi spazio nelle parti più orecchiabili. Il risultato è un contrasto piuttosto accattivante, con gli interpreti che si sovrappongono e si scambiano ruoli, creando una dinamica a tratti abbastanza ricercata e ricca di sfumature.
In un brano come “My Syndrome” può invece emergere anche un richiamo più esplicito ai My Dying Bride, soprattutto nelle strofe iniziali, che sembrano quasi citare un’opera come “Like Gods of the Sun”. Tuttavia, a differenza del doom dolente e malinconico della band madre di Stainthorpe, gli High Parasite finiscono appunto per esplorare un terreno più dinamico e ritmato, con un suono che, almeno a livello strumentale, si avvicina anche a quello di gruppi come gli Evereve di metà carriera, i Tiamat di “Skeleton Skeletron” o persino i primi Lacuna Coil. È una formula che in un certo senso oggi potremmo definire démodé, ma che la band inglese interpreta con una consapevolezza e una precisione che la rendono godibile.
Oltre a produrre l’album, Mackintosh ha inoltre contribuito con alcune parti di chitarra, arricchendo ulteriormente il tessuto sonoro, e ha coinvolto sua moglie, Heather Thompson (ex Tapping The Vein), per delle backing vocals in alcuni brani. Questi dettagli aggiungono profondità all’album, dando un ulteriore tocco di raffinatezza e contrasto alle sezioni più aggressive e, in generale, all’operato di Tombs e degli altri musicisti.
In definitiva, “Forever We Burn” non è un album che mira a rivoluzionare alcunché, ma è un lavoro solido, ben prodotto e curato nei dettagli. Con un frontman carismatico come Stainthorpe e una resa sonora azzeccata, questo è un progetto che ha le carte in regola per stuzzicare l’interesse di chi ha un debole per certo gothic metal melodico – con radici negli anni Novanta e un’anima venata di pop – rivisitato con un tocco contemporaneo.

TRACKLIST

  1. Forever We Burn
  2. My Syndrome
  3. Grave Intentions
  4. Wasn't Human
  5. Concentric Nightmares
  6. Hate Springs Eternal
  7. Parasite
  8. Let It Fail
  9. Widowmaker
  10. We Break We Die
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