6.5
- Band: HIGHLORD
- Durata: 00:51:05
- Disponibile dal: 09/12/2022
- Etichetta:
- Rockshots
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Gli Highlord sono una di quelle formazioni che è nata alla fine degli anni Novanta, in quello che è stato il momento d’oro del power metal anche in terra italica. Proprio grazie alla grande carica esplosiva e alla freschezza compositiva, i musicisti torinesi sono riusciti a dare alle stampe buone prove come i primi due lavori “Heir Of Power” e “When The Aurora Falls…”, ma nel corso degli anni si sono succeduti molti altri album interlocutori, oltre al fatto che la formazione originale, elemento dopo elemento, si è via via rinnovata e del fulcro di partenza non è rimasto più nessuno.
Nonostante questa rivoluzione all’interno degli Highlord, con questo “Freakin’ Out Of Hell” il quintetto decide di rinnovare alcuni cliché, come ad esempio le lunghe suite, che si erano ripetuti nei dischi precedenti e propone agli ascoltatori canzoni più dirette e dalla lunghezza standard di quattro o cinque minuti. Il nono disco risulta quindi intriso di suoni ben calibrati, variando dai passaggi più progressive come nella melodica “Hollow Space” e in “If You Say Yes” con una buona parte ritmica (al basso Massimiliano Flak e alla batteria Luca Pellegrino) a passaggi più sinfonici, ben udibili in canzoni quali “The Devil’s Doorbell” e “Sweet Unknown”, dove risalta la tastiera di Davide Cristofoli e la chitarra di Marco Malacarne. Facendo tesoro delle molte esperienze live (al fianco di gruppi come Vision Divine, Dark Moor e Circle II Circle), gli Highlord hanno nel tempo elaborato e modellato sul loro gusto personale anche delle sfumature che potrebbero ben figurare in colonne sonore di film sci-fi, come nella conclusiva traccia “One Eyed Jack”, con quel synth così tagliente. La voce di Andrea Marchisio ha quel timbro che si adatta bene al genere hard rock, ma che non sempre è ben centrata sulla parte melodica.
Come per l’album precedente, anche in questo caso la produzione di questo nono capitolo vede la figura del bassista Massimiliano Flak come mente dietro a tutta la fase di registrazione, missaggio e produzione. E quello che ne viene fuori come “Freakin’ Out Of Hell” è un album con buone tracce, alcune ben curate, che però non restano incollate e non lasciano qualcosa in più a quella che è comunque una discografia importante.