7.5
- Band: HIGHLORD
- Durata: 43:23
- Disponibile dal: 25/03/2013
- Etichetta:
- Punishment 18 Records
- Distributore: Andromeda
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I torinesi Highlord sono ormai un nome storico della scena metal italiana e di quella power in particolare. Il loro esordio “Heir Of Power” risale infatti all’ormai lontano 1999 e, come la maggior parte dei dischi del genere che uscivano all’epoca, proponeva un metal veloce ricco di sinfonie ed orchestrazioni. Con “Medusa’s Coil” la band ha ultimato il proprio processo di trasformazione iniziato con il terzo disco “Breath Of Eternity”, virando in maniera decisa verso sonorità power-prog piuttosto moderne. Unitamente ad un songwriting sopra la media, gli Highlord sono riusciti a ritagliarsi un proprio spazio e – sfidiamo chiunque ad affermare il contrario – hanno centrato l’obiettivo di rilasciare album dagli standard qualitativi più che discreti. Il nuovo “The Warning After” continua quindi sulla sicura strada intrapresa e segna un altro punto a favore della band. La produzione di Luigi Stefanini dei New Sins è più che una garanzia e i Nostri fanno il resto, producendo un lotto di canzoni in linea con le migliori produzioni sia italiane che internazionali del genere. Già con l’avvincente “The Goggle Mirror” gli Highlord mostrano inequivocabilmente quello che sarà il trend del disco: ottima voce – e su questo punto bisogna dire che il buon Marchisio punta a ragione su un cantato smaccatamente power – atmosfere suggestive ed arrangiamenti raffinati. “Brother To The End” è in linea con la più ricercata tradizione italiana e questo vuol dire, in sintesi, buon tiro, prestazione vocale galattica e ritornello da urlo. Con la seguente “Inside The Vacuity Circle” continuano ad impressionare grazie ad un’ispirata miscela che unisce il tipico aggressive metal dei Judas Priest con la raffinatezza del sound italiano. Non mancano neanche le storiche influenze hard del combo, evidenti nel refrain molto ruffiano di “Standing In The Rain” e nella travolgente “In This Wicked World”, carica di spruzzate di rock stradaiolo all’altezza del chorus. La titletrack può essere eletta invece come la canzone manifesto dell’album, essendo basata su un riffing molto elaborato e su synths moderni che hanno definitivamente preso il posto delle classiche orchestrazioni del passato. Dopo nove canzoni che si mantengono tutte su livelli elevati, la band regala ai propri fan la conclusiva “Arcade Warriors” in cui la presenza di Ralph Scheepers funge da valore aggiunto ad una canzone in full power metal style, ad onor del vero, già di per sé molto buona. In conclusione, sentiamo di consigliare “The Warning After” a tutti gli estimatori di certe sonorità e aggiungiamo che, probabilmente, questo è il miglior lavoro della band piemontese.