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- Band: HIMINBJORG
- Durata:
- Disponibile dal: //2002
- Distributore: Audioglobe
A molti di voi, ahimé, questo nome dirà molto poco. In realtà il gruppo transalpino in questione merita di essere posto sotto i riflettori perché è autore di una proposta musicale davvero interessante e perchè ripercorrere il loro sviluppo artistico è un’occasione per rispondere alla classica domanda di quale sia il ‘modo’ giusto per evolversi musicalmente. Nati come gruppo ‘viking metal’, gli Himinbjorg hanno sfornato due capolavori del genere quali “In The Raven’s Shadow”, in cui è udibile l’eco dei primissimi Enslaved; il successivo “Where Ravens Fly”, più aperto a momenti riflessivi, con passaggi che ricordano le atmosfere che si usano indicare come ‘new age’ – qui però sostenute da un messaggio spirituale molto più serio. Un’anticipazione della ‘svolta’ stilistica della band era già presente nel mini cd “Third”, apripista di “Haunted Shores”. Il black metal non c’è più, rimangono parti con screaming vocals alternate ad un cantato dal tono riflessivo, pacato. C’è un pizzico di psicadelia anni ’70 che integra le parti soffuse in quasi tutte le canzoni. Un perfetto mixaggio di parti aggressive e meditative. Non è un caso che l’artwork rappresenti il cosmo: la musica è il tramite più appropriato, in questo cd, per traghettare tutti i pensieri, timori, sogni dell’uomo alla ricerca di se stesso, verso l’infinità del cosmo; basti pensare alla canzone “Lonely”. I testi non sono mai banali e mai lo sono stati in Zhaah e compagni: attenti osservatori della Natura e buoni osservatori dell’animo umano, qui parole e musica tendono all’obiettivo comune: l’armonia anima/corpo con l’universo. I vari generi da cui pescano i francesi fanno sì che la proposta musicale dei nostri non sia originalissima in senso lato, ma trovare gruppi derivanti dal filone black metal che assorbono elementi psichedelici, atmosfere ‘new age’ e un tocco ‘heavy’ classico non è facile. Si parlava in precedenza di evoluzione e di quale sia il giusto modo per realizzarla. Bene, gli Himinbjorg ne tracciano le direttive in un messaggio tanto semplice quanto – purtroppo – difficile da realizzare per molti gruppi: cambiare la musica non alterandone lo ‘spirito’. Dagli esordi ad oggi la band è cambiato, e molto, ma ascoltando la titletrack – e tutto l’album in genere – capirete dopo pochi secondi che, in realtà, nulla è poi tanto diverso. Nella canzone in questione ad un certo punto il testo recita: “… and the stars shine on the ocean”… il flusso della musica è in costante mutamento, perennemente in moto, ma la luce più intensa che lo colora è sempre la stessa: quella delle stelle che non temono l’eclisse. Non ci si annoia mai ad osservare la stella Himinbjorg.