7.5
- Band: HIRAX
- Durata: 00:38:02
- Disponibile dal: 24/02/2014
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
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Inutile girarci intorno: leggiamo Hirax e pensiamo al video del gruppo che suona in un cimitero di giorno, per il pezzo “El Rostro De La Muerte”, con Katon, leader nero della band che si presta con uno degli sguardi più allucinati della storia mentre canta. Video veramente molto buffo e di livello amatoriale, ma questo non deve assolutamente far passare in secondo piano la qualità del thrash metal di questi americani, presto in tour anche in Italia per la promozione di “Immortal Legacy”, album di validissimo thrash che in meno di quaranta minuti condensa una decina di canzoni fatte di riff headbanging-ready. Basteranno un paio di brani infatti, ad esempio l’accoppiata iniziale “Black Smoke”/”Hellion Rising”, per farvi capire l’andazzo del disco. Con una produzione rozza il giusto, con le chitarre protagoniste e con una batteria che pesta duro e secco, sarà così fino alla fine dell’ascolto, tutto concentrato sulla voce del carismatico leader, il quale spesso si lancia in lunghi vocalizzi dal tono impazzito e disperato, una delle caratteristiche dei thrasher. Il gruppo ha aspettato molto per pubblicare il seguito di “El Rostro De La Muerte” uscito nel 2009 ma se l’attesa è servita a scrivere brani ben calibrati, arrangiati bene e freschi come quelli attuali allora possiamo dire che ne è valsa la pena. Gli amanti del thrash carico di groove troveranno in “Victims Of The Dead” goduria per le loro orecchie. Top del disco è “Thunder Roar, The Conquest, La Boca de la Bestia”, aperta da un riff che definire marziale è dire poco. Un inno al thrash, così potremmo definire questo brano veramente di quelli duri dal punto di vista delle ritmiche, un classico del genere che abbina ripartenze, groove e assoli di chitarra: uno spot al thrash metal, insomma. Dopo “Tied to the Gallows Pole”, altro pezzo più cadenzato e carico di riff circolari, si vola verso il finale a tutta velocità con brani come “Deceiver” ma soprattutto con “Immortal Legacy”, altro esempio di thrash metal sopraffino con le urla di Katon oramai assimilate come connotato principe degli Hirax. “Violence Of Action” chiude alla grande, fra assoli di chitarra, percussioni e ritmiche sostenute, un ottimo album. Vengono dalla California, suonano thrash, sono attivi dal 1984 e la loro produzione è molto vasta e coerente: serve altro per dirvi che gli Hirax vanno ascoltati?