7.0
- Band: HOLLYWOOD UNDEAD
- Durata: 00:32:40
- Disponibile dal: 04/12/2020
- Etichetta:
- BMG
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Nove mesi dopo il Volume 1, celebrato appena in tempo dal vivo a pochi giorni dal lockdown che avrebbe cambiato per sempre le nostre vite, arriva anche il Volume 2 di “New Empire”, uscito un po’ in sordina tanto che si trova per ora solo in versione digitale. Come immaginavamo, visto il pieno di adrenalina del suo predecessore, questo sequel cambia un po’ le coordinate (sempre di nu-metal si tratta, ma il baricentro stavolta pende più verso il rap che verso il rock), e come spesso succede in questi casi il secondo volume abbassa un po’ la qualità rispetto al primo. Nello specifico, la partenza affidata a “Medicate” (parente stretta di “Medicine”, dal terzo album), non è male, anche se il motore inizia ad entrare a pieni giri con “Comin’ Thru the Stereo”, primo vero highlight impreziosito dalla presenza dell’amico di vecchia data Hyro The Hero, e “Gonna Be OK”, con la giusta dose di cafonaggine in pieno stile HU. Se “Ghost Out” è un divertissement che lascia un po’ di spazio a Funny Man, la parte più interessante è sicuramente a centro tracklist, dove trovano posto gli episodi più sperimentali del disco: “Monsters” è il primo vero tentativo del sestetto di avvicinarsi all’emo trap in stile Lil Peep, con risultati interessanti grazie anche alla presenza di Killstation, mentre “Idol” è una sorta di rap-industrial, anch’essa frutto di una collaborazione con Tech N9ne. Icona abbraccio assicurata anche per “Coming Home”, una ballad malinconica baciata dal bel ritornello di Danny ‘faccia d’angelo’ Murillo, mentre sul finale Charlie Scene la butta un po’ in caciara (“Unholy”, divertente ma tutto sommato dimenticabile) e sul sentimentale (“Worth It”, sorta di sorella maggiore di “Black Dahlia”). La chiusura affidata al remix di “Heart of a Champion”, cantata a cinque voci con i compagni di tour Ice Nine Kills e Papa Roach, serve giusto a ribadire come Jacoby Shaddix sia ancora il Coby Dick di vent’anni fa, ma resta comunque poco più di una bonus track. Tralasciando ovvie considerazioni sul fatto che in passato un’ora di musica trovava posto in un solo disco – che senza concerti bisogna pur vivere, e così almeno abbiamo qualcosa in più da scartare sotto l’albero – possiamo confermare come i due “New Empire” sanciscano un nuovo inizio per Johnny 3 Tears e compagnia cantante, anche se il primo capitolo resta una spanna sopra.