HOLLYWOOD UNDEAD – Notes From The Underground

Pubblicato il 05/02/2013 da
voto
8.0
  • Band: HOLLYWOOD UNDEAD
  • Durata: 00:50:36
  • Disponibile dal: 08/01/2013
  • Etichetta:
  • Universal Music Enterprises
  • Distributore: Universal

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Ah, gli Hollywood Undead. Prendete il flow degli Insane Clown Posse, il nu-metal da discount dei Crazy Town (sì, quelli di “Butterfly”), le maschere dei Mushroomhead (sì, i tarocchi degli Slipknot), i ritornelli dei Linkin Park più commerciali (sì, quelli di “In The End”) e mettete il tutto in mano ad un pool di produttori di quelli sgamati (sì, altrimenti detti burattinai); aggiungete un po’ di lyrics misogine (sì, come il vero Kid Rock prima della svolta country) e i soliti video pieni di tette e culi (sì, l’unica cosa che i metallari invidiano ai rapper) ed avrete un’idea del perchè i Nostri siano delle celebrità negli States. Esplosi nel 2008 con l’ancora acerbo “Swan Songs” – unico lascito del singer Deuce, poi uscito dal gruppo per darsi alla carriera solista (sì, come Robbie Williams con i Take That) -, i sei mascherati hanno poi definitivamente scalato le chart nel 2011 con il nu-metal di “American Tragedy”, di fatto il disco che Chester Bennington e Mike Shinoda non hanno più saputo/voluto scrivere dopo “Meteora”, e tornano ora alla carica con “Notes From The Underground”, terzo full-length di una discografia inquinata da una marea di release minori tra rarità, EP e remix (sì, proprio come i LP degli esordi). Tralasciando l’ironia dietro al titolo, visto che parliamo comunque di una band con tre milioni di copie all’attivo, diciamo subito che il nuovo disco segna un ulteriore passo avanti nella proposta di Charlie Scene, Funny Man, Johnny 3 Tears e soci, sempre meno stereotipati rispetto ai precedenti lavori. Se da un lato non mancano le party song tipiche del debutto – soprattutto nella versione Unabridged dove, oltre a “Pigskin” e “Up in Smoke”, trovano posto anche le divertenti “Medicine”, “One More Bottle” e “Delish” – e dall’altro i singoli scala-classifiche – su tutti “We Are”, una pura iniezione di adrenalina spacca-finestrini, con un video magistralmente diretto dal Clown degli Slipknot -, bisogna dire che la tracklist riserva anche sorprese, a partire dall’opener “Dead Bite”, una sorta di versione edulcorata e solo apparentemente allegra degli incubi infantili narrati, con ben altro pathos, dal Jonathan Davis degli esordi. La successiva “From The Ground”, dove non a caso figura come ospite il guitar hero John 5, parte lenta per poi colpire nel segno con un riffing al limite del thrash, mentre “Another Way Out” e “Lion” sono lo specchio delle diverse anime mascherate, declinando il rap-rock in chiave dance, la prima, e pop, la seconda, a conferma di un’inedita veste malinconica che trova definitivo spazio nelle intime ballate “Rain” e “Outside” (sì, come quella degli Staind). Esame di maturità superato a pieni voti, e disco vivamente consigliato a tutti i nustalgici in ascolto.

TRACKLIST

  1. Dead Bite
  2. From the Ground
  3. Another Way Out
  4. Lion
  5. We Are
  6. Pigskin
  7. Rain
  8. Kill Everyone
  9. Believe
  10. Up in Smoke
  11. Outside
  12. Medicine
  13. One More Bottle
  14. Delish
10 commenti
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