6.5
- Band: HOLLYWOOD VAMPIRES
- Durata: 00:56:42
- Disponibile dal: 28/06/2019
- Etichetta:
- earMusic
- Distributore: Edel
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L’idea dei ‘nuovi’ Hollywood Vampires nasce senza grandissime pretese: due leggende del rock come Alice Cooper e Joe Perry, una superstar di Hollywood che risponde al nome di Johnny Depp, e una manciata di classici da suonare con il piglio scanzonato di una rimpatriata tra amici. Con il passare del tempo, però, gli Hollywood Vampires sono diventati una realtà più concreta, trasformandosi in una band vera e propria: non più una cover band di star, ma una formazione che scrive pezzi propri, con una personalità ed uno stile ben definiti. Fin qui tutto bene, anzi benissimo, ed eravamo curiosi di ascoltare le nuove composizioni dei tre (a maggior ragione dopo aver visto l’ottimo concerto che gli Hollywood Vampires hanno regalato al pubblico italiano in occasione del Lucca Summer Festival del 2018). Dobbiamo constatare, invece, come l’ascolto di “Rise” ci abbia lasciato piuttosto tiepidi, con una manciata di canzoni piacevoli, affiancate ad altrettante decisamente scialbe.
L’onere della composizione dei nuovi brani ricade principalmente su quella vecchia volpe di Tommy Henriksen, collaboratore di lunga data di Alice, a cui si affianca in qualche occasione il buon Johnny Depp, che decide di cimentarsi anche in quest’ambito. Tra gli episodi più interessanti, citiamo senza dubbio “The Boogieman Surprise”, sinistra e trascinante in pieno stile Alice Cooper; la divertente “Welcome To Bushwackers”, un rockabilly dalle atmosfere da saloon, che vede la partecipazione di Jeff Beck alla chitarra; “Mr. Spider”, quasi floydiana nel suo essere sinuosa e psichedelica; e anche “We Gotta Rise”, una marcetta sarcastica che ricorda un po’ “Yellow Submarine” dei Beatles. Il resto brancola nel mare della sufficienza, tra inutili lungaggini (“I Want My Now”), brani sconclusionati (“Git From Round Me”) ed esperimenti poco riusciti (la narrazione folk di “Congratulations”).
E i brani non originali? Non sono del tutto spariti, e sono la prova di come, tutto sommato, l’idea di restare una cover band non sarebbe stata poi così peregrina. Troviamo infatti una buona rilettura di “You Can’t Put Your Arms Around a Memory” di Johnny Thunders, cantata dalla voce profonda di Joe Perry; la punkeggiante “People Who Died” della Jim Carroll Band, che già ci era piaciuta parecchio in sede live; e la già nota cover di “Heroes” di David Bowie, scolastica e scontata nell’arrangiamento, ma convincente nella sua interpretazione vocale da parte di Johnny Depp.
“Rise” non è un album disastroso, né spiacevole da ascoltare, ma la sensazione che ci ha lasciato è quello di una certa approssimazione, un approccio da ‘buona la prima’, perché tanto, comunque vada, in copertina non c’è in bella vista né il nome di Alice Cooper, né il logo degli Aerosmith. E, francamente, da nomi di tale caratura, sarebbe lecito aspettarci qualcosa di più di questo.