8.0
- Band: HOLY MARTYR
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Avete presente quando, dopo aver sentito un disco epic, vi viene voglia di prendere in mano il primo oggetto contundente che vi capiti sott’occhio per scendere in strada a combattere come un cavaliere d’altri tempi in una battaglia all’ultimo sangue? Ebbene, questa è stata la sensazione che mi ha accompagnato per tutto l’ascolto di questo “Hatred And Warlust”, dedito ad un epic metal americano di vecchio stampo (Manilla Road, Omen) dall’andamento molto speedy e con qualche richiamo alle sonorità thrash della vecchia Bay Area, ma comunque privo di spunti presi dal power epic di oggi (come riportato sul cd, dove campeggia fiera la scritta ‘Beware of the Hollywood metal’,chiaramente un riferimento esplicito ad un famosissimo gruppo della scena nostrana, e non facciamo nomi perché davvero non ce n’è bisogno!). Devo dire che questi Holy Martyr, che arrivano alla prima autoproduzione su cd dopo parecchi demotape, mi hanno veramente stupito: non sono molti oggi a perseverare nell’adorazione di certe sonorità grezze, semplici e allo stesso tempo epicissime (il VERO epic metal), e onore va fatto al quintetto cagliaritano per non essere ricaduto in soluzioni più abbordabili e commerciali. Non c’è un attimo di pausa, né di respiro: durante tutti i 35 minuti di “Hatred And Warlust” c’è solo un continuo battagliare di spade, uno scontro all’ultimo sangue, un duello antico e che si può rivivere solo nell’atmosfera di pezzi quali “Warmonger”, “Under Siege” (come resistere al fierissimo ritornello???) e “Hatred Is My Strength”. Sublimi anche i pezzi successivi, in particolare le finali “The Shadow Over Innsmouth” (forse la canzone migliore dell’album, un lungo pezzo molto tirato che, dopo un attacco thrash, si dipana in una veloce strofa, un elegante ritornello lanciato a velocità folli ed un rallentamento finale) e “Metallian”, vero e proprio inno al tallo, dove per la verità i nostri spingono un po’ meno sull’acceleratore e lasciano spazio, di quando in quando, a sonorità leggermente più accostabili al power (ma tenendo assolutamente le debite distanze dalla compagnia dell’Hollywood metal), mentre un po’ meno convincente risulta “Son Of A King”. Dunque, un ottimo lavoro per gli Holy Martyr che, per quanto mi riguarda, troveranno sempre posto nel mio lettore cd; voi rifletteteci un po’, forse non avete davanti un assoluto capolavoro, ma comunque un gran disco capace di farvi passare bei momenti, soprattutto se vi piacciono certe sonorità.Contatti: holymartyr@tiscali.it