7.0
- Band: HOLYCIDE
- Durata: 00:42:23
- Disponibile dal: 01/02/2017
- Etichetta:
- Xtreem Music
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Doveva essere solamente un gioco; un qualcosa di più soft rispetto al brutal death metal vomitato solitamente dalla sua band principale. Ma alla fine, dopo ben tredici anni di stop and go, di continui cambi di line-up, ecco qui l’esordio ufficiale degli Holycide, la sua nuova creatura thrash in formato old school. Lui è Dave Sánchez González, per gli amici Dave Rotten, leader indiscusso degli iberici Avulsed, fautori di un death metal così putrido ed intransingente da potersi ormai fregiare del titolo di veri e propri alfieri della musica estrema spagnola. Era infatti il 2004 quando il nostro tuttofare (per la cronaca l’etichetta discografica Xtreem Music è stata fondata, ed tutt’ora gestita, proprio da Rotten) decise di schiarirsi, ma non troppo, l’ugola per cercare le forme più semplici e primordiali del thrash metal, senza contaminazioni commerciali, puntando soprattutto sull’intensità sonora ed emotiva emanata da questo genere di musica. Rotten condivise il ‘progetto’ con diversi colleghi e amici di vecchia data tuttavia, a parte la registrazione di qualche demo, l’idea non trovò mai sfogo. Sino al 2012: l’arruolamento prima del chitarrista Migual Bárez, quindi del bassista Daniel Fernández, favorì la realizzazione di cinque nuove canzoni. La definitiva miccia esplosiva scoppiò comunque due anni dopo, quando il trio si completò definitivamente con l’arrivo di Jorge Utrera alla batteria e di Salva Esteban, nelle vesti di secondo chitarrista. Il gioco si trasformò in Holycide e in un primo EP intitolato “Toxic Mutation” che portò la band ad esibirsi dal vivo e, successivamente, a mettersi in moto per dare vita al qui presente “Annihilate… Then Ask!”. Ma veniamo a noi e facciamo subito chiarezza: Rotten e soci non inventano nulla, regalandoci comunque una fulminea ventata di riff aggressivi, utili a garantire quella buona dose di sano headbanging che tanto ci garba. Lo schema base, presente in quasi tutti i pezzi del lotto, è quello più tipico e semplice: partenza in sordina con ritmi sostenuti ma non troppo, prima del muro sonoro, inframmezzato ad hoc da midtempo seguiti da immediate ripartenze. Ed anche le liriche sparate ‘in your face’ da Rotten, rispecchiano quelle tematiche da sempre affrontate in ambito thrash: una spudorata denuncia sociale contro le falsità vendute dalla religione, dalla politica, dai businessmen oltre che dai giornalisti. Tutti manipolatori delle nostre menti e per essi la soluzione è solo una: “Annihilate, kill them all”, come recita la title track. Una formula, quella del refrain urlato a squarciagola, che sale alta nel corso di ogni brano, trasmettendo ancor di più la rabbia già espressa dagli stacchi strumentali più tirati. E dopo un avvio più diretto e violento (“Afterworld Remnants” e appunto “Annihilate… Then Ask!”) con “Human’s Last Down” il sound diventa leggermente più cadenzato e oscuro, rimandando la mente a quel “Mad Butcher” di distruttiva memoria. Nemmeno il tempo di prendere fiato che la scarica di adrenalina di “Eager To Take Control”, il cui intro da ‘pronti-partenza-viaaaa’ strizza l’occhio alla “Deathrider” dei primissimi Anthrax, ci coglie alle spalle spedendoci dritto dritto contro le transenne. Come già scritto in precedenza il nostro Dave non è alle prime armi; di strada ne ha fatta e, se è arrivato sin qui, un grazie lo deve dire anche a quelle band che, in un certo senso, sono state per lui fonte d’ispirazione. Due sono gli omaggi in questo senso all’interno dell’album. Il primo è dedicato nientepopodimeno che a Lemmy, l’unico in grado di mettere d’accordo qualsiasi musicista di qualsiasi genere metal. I Motörhead erano una garanzia proprio perchè non guardavano in faccia a nessuno. Ed è proprio con l’omonimo titolo che gli Holycide intendono incensare quanto fatto dalla band inglese, scandendo, durante il ritornello, quegli album che più hanno contraddistinto la storia di Lemmy and Co., da “Ace Of Spades” ad “Orgasmatron”. Il secondo omaggio invece è riservato alla speed metal band americana Détente, che nel 1986, guidata dalla cantante Dawn Crosby, mandò alle stampe “Recognize No Authority” dal quale gli Holycide ci propongono, alla loro maniera, “Losers”. Per questo nuovo debutto come detto, Rotten abbandona il growl più profondo salvo riprenderlo proprio nel brano che chiude l’album: “In Back And Forth”, infatti, i toni del singer iberico tornano ad incupirsi in quello che risulta anche essere il pezzo più elaborato dell’intero lavoro realizzato dal quintetto spagnolo. Per cui, per finire: se amate alla pazzia l’air guitar, scuotere la testa a destra e a manca e non avete alcuna intenzione di compromessi, prendete “Annihilate… Then Ask!”, inseritelo nello stereo e pigiate semplicemente ‘play’. In thrash we trust!