7.0
- Band: HOLYCIDE
- Durata: 00:40:27
- Disponibile dal: 14/02/2020
- Etichetta:
- Xtreem Music
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Che Mr.’Red Tie’ Donald Trump non riscuota il massimo delle simpatie è abbastanza risaputo. Il buon Dave Rotten ha voluto comunque calcare la mano dedicandogli, in collaborazione con Alberto Quirantes (alias Akirant) un’intera copertina. E’ quella di “Fist To Face”, seconda fatica degli Holycide, ennesima creatura partorita dal mastermind iberico, in attesa di riprendere in mano l’ascia underground degli storici Avulsed. Scaraventato a terra, in preda al panico, il presidente degli Stati Uniti d’America viene assalito da quello stesso zombie palestrato che, nella cover dell’album di debutto firmato “Annihilate…Then Ask”, aveva messo a ferro e fuoco l’intera società con tanto di maschera antigas e arsenale ‘rambesco’ sulla schiena. Un nuovo assalto frontale dove la vecchia scuola assume di diritto il ruolo di autentica protagonista. Come nel primo lavoro, Rotten e compagni non hanno alcuna pretesa in fatto di novità o sperimentazioni: quello proposto dal quintetto di Madrid è un perfetto ed appassionato agglomerato thrash che farà felici tutti coloro che di questo genere amano soprattutto la sua rabbia genuina e primordiale.
E quando la fastidiosa voce radiofonica di Trump viene scacciata da una sonora e maligna risata (l’intro per l’occasione diventa “Intrump”), è direttamente la titletrack a sferrare il primo e micidiale pugno nello stomaco. L’impeto ed i riff macinati in “Fist To Face” hanno la forza di rispedirci tutti a metà degli anni ’80 quando la furia sonora non temeva alcun freno: assoli letali si incuneano tra i ritmi forsennati imposti lungo tutto il brano mentre la voce grezza e mortifera dello stesso Dave lancia i canonici ruggiti di contesa. E’ soprattutto la prima parte dell’album a regalarci una dose elettrizzante di frenesia, con la maligna “Empty Cyber Life” che ci riporta alle linee sanguinolente tracciate dai primi Destruction prima che la successiva “Vultures” ci scaraventi in una zona più caotica e misteriosa. Gli Holycide si rifanno, come detto, al thrash d’annata, richiamando pure gli Slayer nel riff portante di “Nuclear Fallout” anticipando così la divertentissima, a partire dal titolo, “Trapped By The Crappy Trap”, adatta a tutti gli amanti dell’headbanging più sudorifero. Da notare, praticamente in tutti i pezzi, la presenza dei cori che, puntuali, arrivano ad urlare in faccia all’ascoltatore il refrain di turno, dettando ancor di più quella somiglianza con le sonorità old-school. Qualcosa cala nella seconda parte del full-length, dove le idee sciorinate in precedenza vengono praticamente replicate in lungo e in largo, riuscendo comunque a ritagliarsi un piglio di originalità nel corso della schizofrenica “Innocent Hate”. Prodotta – bene – dalla sua Xtreem Music, la nuova deflagrazione esplosa da Rotten e i suoi Holycide è andata dannatemente a segno: niente di nuovo, sia chiaro, ma è comunque un vecchio che sa il fatto suo e che ben si incastra in queste prime uscite del nuovo anno. Se siete thrasher fino al midollo “Fist To Face” è ciò che vi meritate… in pieno volto.