7.5
- Band: HOODED MENACE
- Durata: 00:43:33
- Disponibile dal: 27/08/2021
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
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Il percorso musicale degli Hooded Menace continua a regalare piccole sorprese. Dopo avere esordito sviluppando un death-doom particolarmente crudo e tenebroso, con il passare degli anni il gruppo finlandese ha evidentemente deciso di liberare le proprie pulsioni e la sua espressività senza per forza aderire a canoni underground, con l’obiettivo di coniugare il suono lo-fi degli esordi con strutture meno rigide e una gamma di influenze più aperta. Con gli ultimi album la band è riuscita a esprimere magnificamente il contrasto tra un’inquietudine di fondo e il desiderio di luce, tanto che su “Ossuarium Silhouettes Unhallowed”, ultima fatica targata 2018, la produzione è persino diventata elegante e le atmosfere più immaginifiche, piuttosto che macabre. Con il nuovo “The Tritonus Bell”, il miracolo, o meglio l’effetto sorpresa, non si ripete in pieno, ma il quartetto non delude e ci regala un altro lotto di interessanti composizioni, perfettamente coerenti con il cammino artistico tracciato sinora. Dopo avere accennato a nuove dinamiche su “Ossuarium…”, nel nuovo disco la ricerca degli Hooded Menace si spinge ulteriormente verso un’intensità sonora dettata da una sezione ritmica più movimentata e da un lavoro di chitarra a tratti più vicino a canoni heavy metal piuttosto che death-doom. Il risultato sono canzoni ricche di fiammate elettriche, in cui i riff arrivano anche a galoppare e dove spesso si fa largo un gioco di contrasti in grado di allentare o comprimere il classico sound dei finlandesi. A cadenze come sempre vicine a Candlemass o primi Cathedral, vengono quindi abbinate virate heavy metal di ispirazione Mercyful Fate/King Diamond, dando vita a brani dallo svolgimento narrativo, in cui le sorgenti sonore si fondono in armonia e inattesa impellenza melodica. Va insomma un po’ a scemare quel mood prettamente orrorifico che aveva baciato tante delle vecchie prove della band, tuttavia Lasse Pyykkö e compagni non dimenticano certo le proprie radici e fanno in modo di gettare puntualmente più di un ponte verso il passato, in modo che i fan della prima ora non si ritrovino senza punti di riferimento. D’altronde, “The Tritonus Bell”, con i suoi bei spunti arrembanti e i richiami anni Ottanta, corre talvolta il rischio di strafare un pochino nel suo spingere la vena classic metal al centro del progetto, verso qualcosa che a certe orecchie potrebbe apparire vagamente kitsch; risultano così gradite certe parentesi più rudi, vagamente vicine ai Paradise Lost di “Shades Of God” come atmosfera, oppure un episodio come “Those Who Absorb The Night”, nel quale si sentono echi di quell’afflato più malinconico in stile primi Katatonia/October Tide già sperimentato con successo su “Darkness Drips Forth” (2015). Mescolando più che mai luci e ombre, “The Tritonus Bell” si conferma dunque l’ennesimo bel capitolo della saga Hooded Menace: in altre circostanze la scrittura dei finlandesi ci è sembrata un po’ più ispirata e continua, tuttavia quanto qui offerto resta nel complesso vitale e pieno di momenti altamente stimolanti.