7.0
- Band: HORNED ALMIGHTY
- Durata: 00:36:21
- Disponibile dal: 17/01/2020
- Etichetta:
- Scarlet Records
- Distributore: Audioglobe
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Dopo avere rilasciato in carriera varie dichiarazioni d’amore verso il black metal più sguaiato, spesso e volentieri venato di chiari influssi old school di marca Hellhammer/Celtic Frost, giunge per gli Horned Almighty il momento di cambiare un po’ le carte in tavola. “To Fathom the Master’s Grand Design” arriva tra noi ad oltre cinque anni dal precedente “World of Tombs” e si presenta come una sorta di dichiarazione di intenti su come lo stile della band si presti ad essere rielaborato: la potenza ritmica e il groove offerti dai danesi restano profondamente figli della tradizione più sporca e primitiva, ma oggi la chitarra cerca di evitare omaggi troppo spudorati ai costrutti tipici di un Tom G. Warrior, un Nattefrost o un Nocturno Culto, lanciandosi in movimenti che arrivano anche ad incorporare qualche dissonanza e degli arpeggi sibillini. La notevole durata di alcune tracce indica inoltre un’elaborazione delle strutture e un parziale allontamento da quella componente prettamente cafona che caratterizza diversi episodi del vecchio repertorio. Emergono nuove influenze o comunque la volontà di variare maggiormente la proposta: il risultato è una tracklist che procede per netti cambi di tempo, fra rallentamenti anche molto profondi e rapide scorrerie nel tipico black metal di matrice norvegese.
Appaiono brillanti le sventagliate del furente incipit e la vena evocativa dell’itinerante “Violent Cosmology”, così come colpiscono le dilatate e morbose note di “Antagonism Eternal” (senz’altro uno dei brani più strutturati della carriera degli Horned Almighty); molto godibile, infine, risulta “Apocalyptic Wrath”, che parte serrata per poi immergersi in nervose pulsazioni con un basso in bella evidenza.
Animato da un lodevole slancio, questo sesto full-length esalta l’esperienza e il carattere arcigno di una line-up di veterani: anche se la sua seconda parte sembra mancare di una canzone portante, di una traccia che al termine dell’ascolto rimanga a riecheggiare nella testa quanto quelle collocate in apertura, “To Fathom…” emana caparbietà e concretezza, rivelandosi l’ennesima dimostrazione dell’autorevolezza del gruppo originario di Aarhus.