7.0
- Band: HORRID
- Durata: 00:36:38
- Disponibile dal: 01/05/2014
- Etichetta:
- Dunkelheit Produktionen
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Nonostante negli ultimi sette anni i fan siano stati deliziati solo da una manciata di nuovi brani dall’italiana death metal band degli Horrid, il nome di questa formazione storica della scena nostrana non è caduta nel dimenticatoio. Oggi gli Horrid sono rimasti nelle mani del solo fondatore e chitarrista Belfagor il quale ha chiamato a raccolta Max (già presente sui nuovi brani del precedente “The Final Massacre”) e Riccardo alla batteria. Il 2014 è per gli Horrid l’anno di dimostrare tutto il proprio valore. Essendo una band storica ed avendo impressionato in passato, è giusto aspettarsi molto dal tanto atteso nuovo album. Le attese vengono in gran parte ripagate dal solido “Sacrilegious Forniction”, una release death metal che non teme di certo il passare del tempo. Quasi sicuramente l’inattività ventennale ha inciso profondamente nel trademark della band, ancorata inevitabilmente al primordiale death metal dei gloriosi Anni ’80. E come dar torto agli Horrid? Volendo o no il sound del gruppo è rimasto quello, è come se fosse stato congelato per tutto quel tempo: ora la scena death metal è radicalmente diversa, ma forse per chi ha sempre amato questo genere gli Horrid possono rappresentare un’occasione più unica che rara per ascoltare il death metal incontaminato delle origini. Grazie alla registrazione nei Sunlight Studio possiamo apprezzare un ottimo sound: pesante, ma preciso e pulito. Gli Horrid in questa scelta hanno perso poco del loro impatto e l’album resta compatto, persino monolitico in alcuni tratti. Le soluzioni stilistiche della band si contano sulle dita della mano, ma ovviamente va bene così: di questa release piacciono molto i rallentamenti carichi di pathos come su “Blood On Satan’s Claw”; inutile soffermarsi sui tempi più veloci dove picchiano duro come loro solito. Su questa release si sente anche una certo eco dei Napalm Death del passato, anche se gli Horrid sono un po’ meno violenti e più inquadrati rispetto al combo inglese. Anche la scelta della cover degli Hellhammer dimostra come mentalmente la band sia ancorata ad un metal estremo grezzo e ancora allo stato embrionale. Questa rimane la grande forza degli Horrid, che però non devono adagiarsi troppo perché non basta essere old school per fare della buona musica. In qualche frangente la nuova release è troppo ripetitiva e non sempre trascinante, ma si tratta di piccole imperfezioni che si possono sistemare sul prossimo lavoro, nella speranza che la band inizi ad essere meno discontinua. Un nome sempre sicuro per chi vuole un po’ di sano death metal.