6.5
- Band: HOW LIKE A WINTER
- Durata: 00:59:32
- Disponibile dal: 01/06/2003
- Etichetta: Martyr Music Group
- Distributore:
Gothic doom nostrano, molisano per la precisione. Gli How Like A Winter sono freschi di contratto con una casa discografica straniera. Inutile fare commenti sull’ennesima band accasatasi all’estero (in questo caso per l’americana Martyr Music Group) che evidentemente non ha trovato qui in Italia nessuno che credesse in loro: non che gli How Like A Winter siano il gruppo più sensazionale sentito negli ultimi anni, ma c’è qualcosa di buono in questo “…Beyond My Grey Wake”. La produzione, nata dai Temple Of Noise Studios di Roma, è molto valida e permette di sentire tutti gli strumenti e le varie sfumature di una musica a tratti articolata. L’opener “A Flower That Sears In Silence” è un ottimo brano, figlio di quel capolavoro che fu “Turn Loose The Swans” dei seminali My Dying Bride. Bello il main riff, anche se avrebbe potuto essere affiancato da altri riff all’interno del brano; ottimo l’uso del violino, uno strumento che sa sempre creare momenti suggestivi se accompagnato da parti metal depresse e pesanti. Un brano che lascia ben sperare sui brani successivi che si pensa siano simili nello stile. Questa speranza viene invece ben presto tradita poiché già nella successiva “All The Seasons Of Madness” si passa dal doom dell’opener ad un brano gothic oriented. Tuttavia l’attacco di questo secondo brano è da brividi, ottimo infatti è il ritornello composto da più voci con quella femminile che risalta in primo piano. Fino a metà cd le direttrici stilistiche rimangono sostanzialmente doom gothic, poi però il gruppo si ammorbidisce non risultando più troppo incisivo. Ci sono sempre belle parti di violino, di cantato pulito (anche quello maschile è positivo) e pianoforte, ma le strutture complessive delle canzoni iniziano a vacillare. I brani diventano un po’ troppo dispersivi e non brillano più sotto la luce di intuizioni particolarmente felici. Gli How Like A Winter, dopo una partenza sopra le righe, durante i minuti di “…Beyond My Grey Wake” sembrano ritornare ad una dimensione più ristretta, meno spettacolare. Il cd rimane un bel prodotto doom gothic in cui i momenti doom sono decisamente migliori a quelli più gothicheggianti in stile Tristania. Considerando il fatto che la band è composta da ben sei elementi (che possono portare singolarmente un grande contributo in fatto di idee e non solo), si può sperare in un songwriting ancora più complesso e coinvolgente per il futuro. Il debut è sempre un rischio, ma la band molisana ha superato con disinvoltura l’ostacolo. Da tenere d’occhio.