5.5
- Band: HUMILIATION
- Durata: 00:45:31
- Disponibile dal: 28/05/2013
- Etichetta:
- Deepsend Records
Spotify:
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Prolifici, questi malesi di nome Humiliation: nel quadriennio intercorrente tra 2010 e 2013 hanno pubblicato quattro album, accompagnati da vari EP e split. Con questa recensione ci occupiamo del loro ultimo parto su lunga distanza, intitolato “Turbulence From The Deep”, che sembra venire direttamente dal biennio 1990-91, tanto è ossequioso della vecchia scuola americana: talmente tanto che riuscirete perfino ad ascoltare veri e propri passaggi thrash d’epoca (memori di gente come Massacre!), anche se – stilisticamente – si ravvisa un particolare (e curioso) “distinguo” nell’uso più frequente di mid-tempos, quando non di vere e proprie parti strascicate al limite del doom (ascoltate “Operation Obeo One”), le quali ricordano – in qualche modo – una versione estrema dei Confessor (se non li conoscete, tirata d’orecchio…). Le canzoni di quest’album, prese una per una, non sono nemmeno malaccio, ma fondamentalmente hanno due difetti che ne limitano decisamente la fruibilità: il primo è che si somigliano tutte troppo, mentre il secondo è che spesso vanno avanti nel solito modo per tutta la loro durata, mostrando variazioni poco significative che poco possono nei confronti della noia incipiente. Non è così, secondo noi, che andrebbe strutturato un lavoro death metal: si è badato ingenuamente all’estetica immediata, senza troppo prendersi cura del songwriting; questo è un aspetto che va rivisto e, possibilmente, cambiato. Peccato per qualche cavalcata e qualche riff, onestamente belli, che vanno perdendosi nel piattume circostante: diciamo che gli Humiliation sono rimandati al momento in cui introdurranno maggiori varietà e organicità nel songwriting (e, forse, per tal scopo sarebbe meglio prendersi un po’ più tempo fra un’uscita e l’altra…).