7.0
- Band: HUMULUS
- Durata: 00:21:55
- Disponibile dal: 15/10/2015
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Ariose coordinate space aprono questo ottimo EP, prodotto dalla band a circa tre anni di distanza dall’album di esordio, sulle note della convincente “Red Star, Winter Orbit”, un bel trip lungo dodici minuti, durante i quali gli Humulus proiettano un caleidoscopio di richiami che passano dagli spazi siderali di casa Hawkwind, toccano lidi sussurrati degni degli Om, per lanciarsi poi in un’efficace deriva marcatamente krautrock, sulla scia di ottime band contemporanee: diciamo dalle parti dei Sula Bassana, per citare quello che, chi vi scrive, trova un eccellente termine di paragone. Molto più breve, ma non meno convincente, la successiva “Maud And The Black Moon”, anzi: dopo un pur apprezzabile episodio completamente strumentale come quello appena concluso, l’ingresso della calda e suadente voce di Andrea dona la sensazione che l’unico (piccolo) limite mostrato della traccia di apertura, ossia il rischio di risultare ripetitivi sulla distanza, sia perfettamente colmato. La traccia vocale effettata, erede di buona psichedelia, si inserisce perfettamente sui tappeti sonori costruiti dai Nostri, aggiungendo punti su punti. Il mini album si chiude sulle note di “Glider”, pezzo decisamente più elettrico, ma che non stona affatto, in cui il cantato abbandona un certo approccio lisergico a favore di lidi quasi stoner, che del resto la band cita come parte rilevante del proprio DNA. Non pare superfluo sottolineare, in un periodo in cui tante uscite anche votate a sonorità ricercate finiscono per suonare come mediocri demo, l’eccellente esito sonoro, nonostante si tratti di un’autoproduzione; tante piccole chicche effettistiche o i ricami delle tastiere emergono con gli ascolti, e si piazza decisamente sugli scudi la sezione ritmica di Massimiliano e Giorgio (membri storici del combo), che riesce spesso a farsi filo conduttore, specie nelle linee sferzanti del basso. “Electric Walrus”, insomma, rappresenta un ottimo intermezzo, utile anche come vetrina per il nuovo arrivato e già citato Andrea Van Cleef, che si occupa anche di chitarra e tastiere; siamo certi che gli Humulus non mancheranno l’appuntamento con un nuovo contratto discografico, e attendiamo di vederli dal vivo, lasciandoci trasportare dalle loro ammalianti atmosfere.