HUSQWARNAH – Front Toward Enemy

Pubblicato il 27/11/2021 da
voto
7.5
  • Band: HUSQWARNAH
  • Durata: 00:31:54
  • Disponibile dal: 03/12/21
  • Etichetta:
  • Fuel Records
  • Reborn Through Tapes Records

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Mentre vi lanciate nei tentativi, più o meno bizzarri, di capire e pronunciare il nome esatto della band in questione, fate una cosa molto semplice: mettetevi in ascolto del loro debutto ufficiale. Un sano death metal della vecchia scuola vi scuoterà le meningi, entrandovi direttamente nel cranio, creando quell’effetto loop che vi porterà a ripetere l’operazione una volta giunti al termine dell’album. “Front Toward Enemy”, costellato da una copertina vagamente maideniana (“A Matter Of Life And Death”) trova ubicazione nella periferia milanese dove, soprattutto in questo periodo, la nebbia si può tagliare con il coltello, intrisa di umidità, persistente, pesante. Una pesantezza, traslandoci in campo metal, simile a quella degli Asphyx, dei Bolt Thrower, dei Benediction, arrivando pure ai Cannibal Corpse, che potrete captare all’interno dei vari brani. A bordo del cingolato lombardo troviamo JP Lisi e Simone Rinaldi (entrambi chitarristi), Lorenzo Corno al basso, Riccardo Rjillo alla batteria e Maurizio Caverzan alla voce il quale, dopo averci fatto viaggiare per il cosmo con i Ghostheart Nebula, ci scaraventa tra i lidi più cattivi ed ignoranti. Un’ignoranza di classe, tuttavia, quella proposta dagli Husqwarnah: sì ai riffoni in serie ma distribuiti con chirurgica precisione, ingrifati di una fulminea e diabolica melodia.
Componenti letali che fanno breccia nei timpani del povero ascoltatore già nei primi rintocchi di basso dell’opener “Melting Face”: un robusto e poderoso midtempo, dove il growl di Caverzan grugnisce a dovere innalzando ulteriormente il muro sonoro d’ordinanza. Che i nostri non abbiano alcun timore reverenziale lo si avverte con i due pezzi successivi: le armi death del decennio novantiano vengono messe in bella mostra prima nella darkeggiante “Reincarnation Of Sin”, quindi con le sferzate di “Death Proof”, due minuti e rotti di putrefatta violenza; così come rotte saranno le vertebre del vostro collo in sede di headbanging. Stacchi vorticosi e continue ripartenze, già sentite in passato, trovano comunque una loro identità in questa prima fatica del quintetto milanese. Gravosità sonora che poga senza fine con la divertente intenzione di dar voce a quella che, per definizione, ha solo e soltanto un nome: passione. Lo si avverte nelle scorticate di riff di “Ignoto I” nella quale è ancora una volta l’ugola di Caverzan a dettare le regole, anticipando di diritto la ‘doommosa’ “Screams For The Cellar”, per quello che vuole essere un autentico omaggio ai padri ispiratori (in terra olandese) del combo meneghino. Brano che, insieme a “Vigo”, è stato lanciato come singolo apripista presentando, a corredo, una superba illustrazione realizzata da Roberto Toderico (già ‘mano grafica’ di Sodom, Sinister e proprio Asphyx). Ignoranti si scriveva poco fa, ma anche furbi perché alla fine, a massacro compiuto, i nostri piazzano un’interessante cover di “Dreamline” dei Rush, ospitando dietro al microfono mister Mikael Stanne, per una singolare versione, comunque ben riuscita, del successo prodotto dalla storica band canadese. Se avete dei tappi per le orecchie buttateli bellamente nel cestino e fatevi avanti: gli Husqwarnah (scoperto come si pronuncia?) sapranno come colpirvi.

TRACKLIST

  1. Melting Face
  2. Reincarnation Of Sin
  3. Death Proof
  4. Ignoto 1
  5. Screams From The Cellar
  6. Vigo
  7. Lived Once Buried Twice
  8. Infernal Loop
  9. Dreamline (Rush cover feat.Mikael Stanne)
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