7.0
- Band: HYPERDONTIA
- Durata: 00:17:16
- Disponibile dal: 15/03/2023
- Etichetta:
- Dark Descent
- Me Saco Un Ojo Records
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Non si fermano mai. A livello di produttività in studio ed esperienza sul palco, gli Hyperdontia si sono ormai messi in competizione con i Vader. In poco più di cinque anni, il gruppo turco/danese ha messo insieme un numero impressionante di pubblicazioni e di concerti un po’ ovunque, passando rapidamente dallo status di progetto come tanti a quello di realtà cardine del panorama death metal europeo. Tanto stacanovismo forse condurrà prima o poi a un qualche tipo di calo qualitativo, ma davanti al tiro notevole in dote anche a un’opera sulla carta ‘minore’, come questo nuovo EP intitolato “Deranged”, si può affermare che quel momento sia tutto fuorché dietro l’angolo.
Di nuovo, il quartetto ci presenta una manciata di nuove tracce particolarmente a fuoco, con le quali procede a testa alta lungo il suo personale percorso di distruzione e ricostruzione, spingendo i risultati sonici verso territori puntualmente accattivanti. Riff dopo riff (e sono tanti!), Mustafa Gürcalioğlu e soci distruggono e riassemblano molti dei tipici linguaggi death metal di matrice anni Novanta e primi Duemila, traendo ispirazione tanto dalle derive più brutali che da quelle maggiormente tecniche del filone, architettando una proposta che ha nei regolari cambi di tempo e in strutture sempre assai frastagliate alcuni dei propri principali marchi di fabbrica. Quattro movimenti apparentemente simili tra loro, ma saldamente uniti e ravvivati da un avvincente fil rouge che sposa barbarie e un groove che sa concedersi persino a punte di orecchiabilità. Non parliamo di disordinate elucubrazioni, ma di un songwriting tanto ingegnoso quanto attento, il quale sa sempre come porsi in un ipotetico punto di incontro fra vari registri, ora chiamando in causa la ferocia e i fendenti elettrici di gente come i Severe Torture, ora giocando con certe finezze accostabili ai migliori Monstrosity. Un connubio artisticamente coerente, ma anche in perpetuo movimento, diretta conseguenza di un incontro tra teste di serie del death metal che anche in questa circostanza non delude le aspettative, confermando, se mai ce ne fosse stato bisogno, che spesso ‘l’unione fa la forza’.