7.5
- Band: HYPERDONTIA
- Durata: 00:34:04
- Disponibile dal: 06/09/2018
- Etichetta:
- Me Saco Un Ojo Records
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Esce per la consolidata accoppiata Dark Descent/Me Saco Un Ojo Records questo primo full-length degli Hyperdontia, progetto avviato ormai tre anni da dagli amici di vecchia data Mustafa Gürcalioglu (Decaying Purity, ex Burial Invocation), Malik Çamlica (Decaying Purity, ex Burial Invocation) e David Torturdød (Undergang, Wormridden, Phrenelith). Una carriera che ha preso ufficialmente il via lo scorso anno, con la pubblicazione dell’EP “Abhorrence Veil”, e che ora prova ad affermarsi definitivamente con l’arrivo del debut album “Nexus of Teeth”, appunto rilasciato da due delle etichette più serie e affidabili del panorama death metal. La chitarra è assolutamente lo strumento attraverso il quale il gruppo vuole esprimersi: mettendo da parte quelle velleità atmosferiche e quella complessità che oggigiorno sembrano interessare molte realtà underground, gli Hyperdontia mettono in risalto l’arte del riff, dando lustro ad un concetto ultimamente troppo spesso sottovalutato. La proposta della band non punta ad avvolgere l’ascoltatore in un suono sulfureo e ipnotico, dalla forza misteriosa; al contrario, i ragazzi vanno dritti su coordinate solide e istintive, inquadrando un’epoca ben definita – gli anni Novanta – e attualizzandone qua e là i punti di forza (groove, riff martellanti e riconoscibili, spontaneità), senza mai risultare una copia carbone dei soliti mostri sacri. Se il modo di costruire e concatenare i riff rimanda a certi gruppi particolarmente ingegnosi – Monstrosity e Adramelech su tutti – a livello di ritmiche la band non disdegna la chiarezza dei cari vecchi Cannibal Corpse, per un risultato che sa sì di tradizionale, ma che al contempo riesce ad esprimere un brio e un’ispirazione che ormai sono sempre più difficili da trovare nelle uscite dei veterani (vedi l’ultimo modestissimo Deicide). Di forzatamente rètro c’è dunque poco nel disco: durante l’ascolto si respira piuttosto la volontà di incrociare destini musicali affini per creare un death metal vivace e catchy, lontano da certe pretenziosità tanto in voga oggi, ma anche ricercato a sufficienza per non apparire come una dozzinale copia di “Millennium” o “The Bleeding”. Aspettiamo la prossima prova in studio per gridare al trionfo, ma intanto “Nexus of Teeth” può già essere visto come una piccola rivelazione.