7.0
- Band: HYPOCRISY
- Durata: 01:08:00
- Disponibile dal: 30/07/2001
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
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Era doveroso, per la felicità di tutti i fan degli Hypocrisy, completare la recensione del nuovissimo “10 Years Of Chaos And Confusion” prendendo in esame anche il bonus-cd presente soltanto nella versione limitata e che diventerà tra breve oggetto dei più famelici collezionisti. Diciamo fin da ora che “Rest In Pain’ ricopre fondamentalmente il ruolo di una compilazione riservata esclusivamente allo zoccolo duro dei fan della band svedese, trattandosi infatti di materiale raro ed inedito, che raccoglie tra l’altro il primissimo 3-track demo del ’91 comprendente le versioni primordiali di “God Is A Lie”, “Suffering Souls” e “To Escape Is To Die”, con una formazione che vedeva all’epoca il solo Peter Tagtgren occuparsi di tutti gli strumenti, una seconda registrazione del ’92 che vedeva già alla voce Masse Bromberg (aka Emperor Magus Caligula) e l’inclusione, oltre ai tre brani già citati, di “Left To Rot” e “Nightmare”. Badate bene, non si tratta di demo qualsiasi, in quanto queste registrazioni amatoriali, restaurate per l’occasione da Dan ‘God’ Swano, non sono altro che i primissimi passi mossi dal signor Tägtgren: in particolar modo il secondo dei due è esattamente il nastro che valse all’epoca il contratto per la Nuclear Blast Records! Nonostante i brani pecchino di errori esecutivi ed un suono poco confortevole, possiedono quello strano alone di ‘arcano’ che li rende a dir poco imperdibili. Altro punto a favore di questo “Rest In Pain” è il nuovo brano “Turn The Page”, complice un ottimo chorus davvero molto accattivante ed un gusto decisamente moderno (oserei dire quasi ‘nu’ per certi versi…) molto più sulla scia del materiale presente su “Hypocrisy” che nell’ultimo “Into The Abyss”; per finire, la collezione dei sei videoclip girati dalla band in questi anni non può che costituire un’ambita golosità per i molti fan della band che non hanno mai visto i video di “Left To Rot”, “Impotent God”, “Pleasure Of Molestation”, “Inferior Devoties”, “Roswell 47”, “The Final Chapter”. Ed ora non ci resta che aspettare il nuovo album previsto per inizio 2002 e che, a quanto pare, segnerà un ritorno alle sonorità di “Hypocrisy” ma con l’incognita (tutto sommato, se in queste proporzioni, neanche troppo spiacevole) di un probabile avvicinamento a quei territori modernisti tutt’altro che ben voluti dai più oltranzisti conservatori… Lunga vita agli Hypocrisy!