HYPOCRISY – The Final Chapter

Pubblicato il 11/09/2017 da
voto
8.5
  • Band: HYPOCRISY
  • Durata: 00:54:24
  • Disponibile dal: 06/10/1997
  • Etichetta:
  • Nuclear Blast
  • Distributore: Audioglobe

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L’attuale futuro degli Hypocrisy, dipendente in tutto e per tutto dalle intenzioni del loro leader maximo Peter Tagtgren, alle prese con Pain e Lindemann con più pressanti priorità, è completamente incerto, con la band in hiatus fino a quando-non-si-sa. Ma proprio ormai quasi vent’anni fa, la formazione svedese cercò di giocare un simile brutto scherzo ai propri appassionati fan, pur con dinamiche e condizioni spazio-temporali diversissime da oggi: quando uscì, difatti, “The Final Chapter”, nell’autunno del 1997, gli Hypocrisy annunciarono poco dopo il loro prossimo scioglimento, dovuto ai gravosi impegni che Tagtgren iniziava ad avere proprio con i neonati Pain. In seguito la band cambiò rapidamente idea, grazie all’apprezzamento che stampa e fan riversarono sul nuovo materiale, ma per noi quale miglior anniversario e coincidenza, dunque, per proporre tra i Bellissimi di quest’annata proprio uno dei tanti capolavori della seminale melodic-death metal band? “The Final Chapter” arriva dopo “Abducted”, uscito appena un anno e mezzo prima, disco che sdoganò i Nostri verso il successo underground del metallo estremo, un lavoro che definisce in modo chiaro il suono Hypocrisy, dopo gli esordi ‘floridiani’ e il transitorio “The Fourth Dimension”. Bissare “Abducted”, dunque, pare davvero difficile per il terzetto composto da Peter e dai fidi Mikael Hedlund (basso) e Lars Szoke (batteria). Ma la band è in forma smagliante, il death melodico è sulla bocca di tutti e sotto i riflettori, per cui il platter che ne viene fuori è eccezionale, paritario al predecessore e, per certi versi, anche superiore. Più compatto, maturo, consapevole, con una tracklist studiata meglio e in definitiva più vario di “Abducted”, il quinto album degli Hypocrisy mette da parte intermezzi, introduzioni e ballate pinkfloydiane per picchiare subito duro e violento: il groove e la melodia brutale di “Inseminated Adoption” aprono il massacro con una decisione ed una veemenza palpabili, con chitarre motosega e un tiro micidiali. La seguente “A Coming Race” inaugura invece un lotto di tracce, fra le quali inseriamo anche “Shamateur” e “Lies”, particolari e ‘difficili’ da comprendere immediatamente: non ci sono riff thrash-death-black spaccacollo, nè passaggi memorabili, bensì epiche melodie, sorrette da keyboards esemplari, e ritmiche che subdolamente si insinuano fra le sinapsi, pian piano incollandovisi; come crescendo sinfonici e sulfurei, sono queste le tracce che denotano l’eccelsa maturità compositiva raggiunta dal combo. Chiaramente, per pareggiare queste apocalittiche e sontuose ‘sonate’, il contrappasso infernale è fortemente sollazzarsi all’altezza di fucilate quali “Dominion”, “Last Vanguard”, “Through The Window Of Time” e la distruttiva cover di “Evil Invaders” dei Razor, nelle quali i Nostri tornano a intortare l’ascoltatore con il loro storieggiare alieno e disturbante. Ma non termina in questa alternanza di canzoni-tipo la tracklist di “The Final Chapter”, perchè, se da una parte è palese l’assenza di brani depressivi e sognanti com’erano i precedenti “Slippin’ Away” e “Drained”, dall’altra abbiamo la presenza della possente drammaticità delle ottime “Inquire Within” e “Request Denied”, pezzi più ragionati e riflessivi ma che nel loro DNA posseggono anche forza sovrumana. Menzione a parte, infine, meritano i due episodi preferiti di chi scrive: la conclusiva title-track, un brano atipico e anomalo, dall’incedere tribale e ancorato ad un riff in tremolo-picking dall’enfasi roboante, in cui Tagtgren recita versi, canta filtratamente pulito, si esibisce nei suoi lunghissimi scream lancinanti…; e la spettacolare “Adjusting The Sun”, forse uno dei più brillanti ed iconici esempi delle sonorità Hypocrisy, una canzone esemplare ed esplicativa di come è e dovrebbe essere il death metal melodico: violenza estrema, groove da headbanging, riffing tecnico ma carico di melodia. “The Final Chapter”, un capolavoro fatto e finito, per fortuna smentito nel titolo pochi anni dopo con un altro masterpiece epocale targato Hypocrisy. Ma questa è un’altra storia…

TRACKLIST

  1. Inseminated Adoption
  2. A Coming Race
  3. Dominion
  4. Inquire Within
  5. Last Vanguard
  6. Request Denied
  7. Through The Window Of Time
  8. Shamateur
  9. Adjusting The Sun
  10. Lies
  11. Evil Invaders
  12. The Final Chapter
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