HYPOCRISY – Virus

Pubblicato il 20/09/2005 da
voto
8.5
  • Band: HYPOCRISY
  • Durata: 00:44:33
  • Disponibile dal: 19/09/2005
  • Etichetta:
  • Nuclear Blast
  • Distributore: Audioglobe

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E siamo a quota dieci, ragazzi! Gli Hypocrisy fanno finalmente cifra tonda…dieci full-length album nell’arco di praticamente quindici anni di carriera: “Penetralia”, “Osculum Obscenum” e “The Fourth Dimension”, i tre dischi che permisero alla band di Peter Tagtgren di farsi un nome nell’underground death europeo; “Abducted” e “The Final Chapter”, i due capolavori ufficialmente riconosciuti che portarono alle stelle le quotazioni del gruppo; “Hypocrisy”, il bellissimo disco della rinascita, dopo il tentato scioglimento; i discussi “Into The Abyss” e “Catch 22”, rispettivamente sottotono e sperimentale; il recente “The Arrival”, primo passo verso il ritorno alle sonorità di un tempo. Appunto, ritorno alle sonorità di un tempo che si completa e perfeziona alla grande con il pregevole “Virus”, superbo lavoro che – ma c’erano dubbi in proposito? – conferma Tagtgren e soci come uno dei gruppi più in grado di risultare variegato ed eclettico all’interno di un sound personalissimo e subitamente riconoscibile. Come tutti voi saprete, da circa un anno a questa parte, gli Hypocrisy sono un quartetto, grazie all’ufficializzazione del chitarrista “fantasma” Andreas Holma, ma soprattutto tramite il reclutamento di un drummer del calibro di Horgh, l’ex-Immortal giunto a sostituire il buon Lars Szoke. E bisogna dire che su “Virus” l’avvicendamento ha i suoi (benefici) effetti: rispetto a “The Arrival”, il nuovo nato è ben più aggressivo, violento ed orientato verso sonorità black, tanto da ricordare spesso, soprattutto nei brani più terremotanti, l’operato dei Naglfar sull’ottimo “Pariah”. Horgh è riuscito a dare una dinamicità maggiore al drumming ed il suo tocco personale lo si riscontra soprattutto nelle grandiose “Warpath” e “Incised Before I’ve Ceased” e nelle sparatissime “Craving For Another Killing” e “Blooddrenched”. Piace subito anche “Scrutinized”, sebbene infestata da un chorus fastidioso e sinceramente poco riuscito. Non mancano riferimenti più moderni, come ad esempio in “Compulsive Psychosis”, nella quale lo stesso titolo dà l’idea di una composizione nervosa e vicina ai suoni di “Catch 22”. Abbondano anche i classici mid-tempo sostenuti da doppia cassa, caratteristica principe della produzione Hypocrisy, e “Fearless” (una “Slave To The Parasites” meno ruffiana e meno melodica), “Let The Knife Do The Talking” e l’ondeggiante “A Thousand Lies” ne sono ottimo esempio. Tagtgren interpreta i brani con una maestria ormai impressionante, alternando profondi growl, grida lancinanti e la timbrica pulita, in un fantastico collage di sensazioni. I riff di chitarra e le parti d’accompagnamento alle tastiere sono sempre sinonimo di garanzia e non c’è davvero niente da ridire sulla felicissima riuscita di “Virus”, storico album di un gruppo che continua a fare Storia. E’ davvero incredibile come gli Hypocrisy riescano a comporre lavori eterogenei e mai ripetitivi, pur restando saldissimi sulle fondamenta del loro death melodico a tutto tondo e brutalmente confinante con il black. “Living To Die” è lo pseudo-lentone che pone fine alle malefatte di questo “virus”: non è “Paled Empty Sphere”, non è “Slippin’ Away”, ma riuscirà comunque ancora una volta a trasportarvi lontano, negli spazi siderali, fra sinistre costellazioni aliene…

TRACKLIST

  1. Intro
  2. Warpath
  3. Scrutinized
  4. Fearless
  5. Craving For Another Killing
  6. Let The Knife Do The Talking
  7. A Thousand Lies
  8. Incised Before I’ve Ceased
  9. Blooddrenched
  10. Compulsive Psychosis
  11. Living To Die
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