7.0
- Band: I PREVAIL
- Durata: 00:32:11
- Disponibile dal: 19/09/2025
- Etichetta:
- Fearless Records
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Dopo un trittico di album in crescendo – “Lifeline” del 2016, “Trauma” del 2019 e “True Power” del 2022 – il nome degli I Prevail era diventato uno dei più caldi nella moderna scena core, grazie ad una perfetta fusione tra nu metal, pop punk e, appunto, metalcore. La formula a due voci si era mostrata vincente anche in sede live, come testimoniato dallo show breve ma intenso al Knotfest 2023, al punto che l’assenza per motivi di salute del cantante Brian Burkheiser nella successiva calata italica aveva destato qualche perplessità sulla resa dal vivo, con il solo Eric Vanlerberghe titolare dietro al microfono, spalleggiato dal chitarrista Dylan Bowman alle voci pulite.
Date queste premesse, l’annuncio di qualche mese fa circa la definitiva separazione lasciava presagire un’aria di cambiamento, cosa che puntualmente “Violent Nature” ha confermato.
Con l’uscita di Burkheiser sembra essersi persa non solo la parte rap, ma anche quella componente nu metal che tanto ci aveva fatto apprezzare “True Power”, dando vita con questo nuovo “Violent Nature” a una tracklist decisamente più asciutta e di fatto divisa in due blocchi.
Da un lato, le tracce più pestone: tra chitarre ipercompresse, riff glitchati e ritmiche super-pompate, canzoni come come “NWO”, la title-track o “God” si dimostrano al passo coi tempi e non mancheranno di fomentare un bel pogo dal vivo, pur restando un gradino sotto agli ultimi Falling In Reverse (nuovo metro di paragone in materia) e sfiorando soltanto il livello di caos organizzato degli Slipknot.
Dall’altro lato, sul versante più alternative, il quartetto del Michigan dimostra, con brani come “Synthetic Soul”, “Into Hell” o “Stay Away”, di voler giocare nel campo synth-core dove troneggiano Bring Me The Horizon e Bad Omens, al punto da spingersi fino ad una morbida ballata acustica (“Crimson Clover”, efficace nella sua semplicità); al netto dell’originalità, i risultati sono tutt’altro che disprezzabili, soprattutto nelle varie “Annhilate Me”, “Pray” o “Rain”, in cui le parti più atmosferiche vengono squarciati da occasionali tuoni ritmici.
La scelta di tenere il piede in due (se non tre) scarpe, già sperimentata con successo dai Motionless In White, tutto sommato calza a pennello a questa nuova versione degli I Prevail, pur facendo segnare un mezzo passo indietro a livello di personalità: l’algoritmo delle piattaforme di streaming sentitamente ringrazia, per il resto il tempo dirà quale sarà la forma definitiva della farfalla tornata crisalide.
