7.5
- Band: IBRIDOMA
- Durata: 00:41:41
- Disponibile dal: 05/06/2016
- Etichetta:
- SG Records
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E’ sempre un piacere vedere una band giovane, sopratutto se nostrana, progredire a poco a poco fino a diventare una realtà valida, arandosi il terreno attorno a secon fatica e dedizione e raccogliendo infine i frutti del proprio lavoro. E’ un po’ il percorso attuale dei maceratesi Ibridoma, che a un debutto piuttosto acerbo ha fatto seguire tre successori progressivamente sempre migliori, fino ad arrivare appunto a questo “December”, ad ora fiero apice di una carriera in costante miglioramento. Una maturazione quindi lenta e inesorabile, che se impatti più che tanto non ne ha avuti sul genere proposto, di sicuro ha influenzato – migliorandola – la sicurezza e la naturalità con cui i Nostri compongono i loro brani. E’ infatti questo l’aspetto che apprezziamo particolarmente su questo “December”: la convinzione e la apparente scioltezza con cui ogni canzone sembra essere stata scritta, una caratteristica che in ultima battuta si traduce in una fruibilità elevata da parte dell’ascoltatore. La proposta degli Ibridoma risulta grazie a questo fatto sia rinfrescata che svecchiata: ai già presenti input provenienti dagli spartiti di Judas Priest e Gamma Ray si aggiungono infatti una forte e frizzante componente di classico british metal che fa tanto Vergine di Ferro, mista a prudenti ma azzeccate iniezioni di heavy moderno, che spostano decisamente lo sguardo della band dai soli Anni ’80 anche ai giorni nostri. Il nuovo equilibrio creativo degli Ibridoma si rivela subito molto fertile, e ottimi pezzi rocker come l’opener “Sniper”, “I’m a Bully” (con un incontenibile e malvagissimo Di Anno alle vocals!) e “Dead Trees” lo dimostrano appieno, flettendo i muscoli su chitarre sferraglianti, alti ritmi di batteria e un basso sempre vivo e pulsante. Affianco a questa immediatezza heavy troviamo però anche massicce dosi di melodia, componente altrettanto fondamentale nella musica dei Nostri che si rivela altrettanto in grado di colpirci positivamente, come avviene ad esempio in “Chemtrails”, “December” o “Land Of The Flame”, tutti brani dove possiamo trovare più che buone intuizioni da parte del bravo singer Bartolacci. Spinti ulteriormente in avanti da una ballad di valore “Come With Me” e da un bel brano come “Land Of Flames” – il quale vede pure la partecipazione come guest di un big come Blaze Bayley – gli Ibridoma riescono quindi nel compito di fornisci un album solido, senza cedimenti nè apparenti nè reali, e soprattutto piacevole in ogni suo passaggio. Che dire, certe volte non serve veramente altro, no?