7.0
- Band: IBRIDOMA
- Durata: 00:40:07
- Disponibile dal: 25/05/2022
- Etichetta:
- Punishment 18 Records
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Finora gli Ibridoma ci avevano abituati alla pubblicazione di un nuovo album ogni due anni, a partire dal primo omonimo del 2010: in un certo senso, con questo sesto full-length, intitolato “Norimberga 2.0”, la regola viene rispettata, con la precisazione però che è stato saltato il 2020, supponiamo per ragioni legate alla pandemia (peraltro anche un brano è stato intitolato appunto “Pandemia”). In line-up si riscontra l’arrivo del nuovo chitarrista Lorenzo Castignani accanto Marco Vitali, ma la band fondamentalmente si mantiene fedele alle proprie coordinate stilistiche: i due chitarristi alternano tracce più incentrate su riff heavy duri e massicci (ad esempio in “Into This Sea” e “Raise Your Head”), con altri più morbidi e melodici (“Coming Home” o “Where Are You Tonight”), con una sezione ritmica solida e tecnica, a supporto della voce acuta e squillante dello storico cantante Christian Bartolacci. Quest’ultimo, come già in passato, interpreta i brani principalmente in inglese, ma ci sono importanti concessioni all’italiano, come nel caso dell’opener “Ti Ho Visto Andare Via”, uno dei pezzi più rappresentativi del disco (che per il suo testo presumiamo possa avere anche qualche riferimento biografico), ma pure in “Coming Home” una parte è cantata in madrelingua.
Nella tracklist si mettono in evidenza alcune tracce come le già menzionate “Ti Ho Visto Andare Via” e “Coming Home”, oppure potremmo citare ad esempio “Woman From The Stars” e “Eyes Of The Stranger”. Non male neanche la titletrack, anche se forse proprio per le parti con il cantato estremo ci ha un po’ ricordato altri brani del passato, (tra questi ad esempio “March Of Mephisto” dei Kamelot, con Shagrath come guest).
Diciamo che con “Norimberga 2.0”, gli Ibridoma ci propongono un disco onesto e sincero, intriso di tutta la loro passione, muovendosi tra heavy e metal melodico, con evidenti radici nel tradizionale metal tricolore ottantiano (anche il parziale utilizzo dell’italiano in alcune tracce sembra andare un po’ in questa direzione), che riescono però a far convivere con un metal di respiro più internazionale, creando un mix efficace e dotato di una propria personalità. Il risultato è un disco dunque magari non particolarmente sorprendente, ma certamente coinvolgente e trascinante per tutta la sua durata.