6.0
- Band: ICED EARTH
- Durata:
- Disponibile dal: 19/01/2004
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
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Tim Owens è a tutti gli effetti il cantante/salvatore di band allo sbaraglio. Dopo anni di crisi per i metal gods Judas Priest, orfani del loro frontman Rob Halford, il singer americano ha saputo ribaltare le sorti di una carriera altrimenti destinata a incertezza ed oblio, ed oggi è la volta degli Iced Earth. Trovatisi d’un tratto abbandonati da Matt Barlow (che si dedicherà al 100% nel suo lavoro di avvocato), Jon Schaffer e compagni hanno “approfittato” della reunion dei Priest per ingaggiare uno dei cantanti più potenti e devastanti dell’intero panorama metal rimasto improvvisamente senza occupazione. Su “The Glorius Burden” infatti ha un peso schiacciante la performance di “Ripper” Owens, protagonista indiscusso che con i suoi screaming disumani dona un’energia incalcolabili a brani come la veloce “The Reckoning”, singolo apripista della nuova fatica Iced Earth. Le sorprese non finiscono qui, infatti su episodi più emotivi e sentiti quali la ballad “Where The Eagle Cries” o l’imponente suite “Gettysburg: 1863”, dove sarebbe inutile lanciarsi in iprobabili prodezze vocali, l’ex ugola del Sacerdote di Giuda mostra tutta la sua bravura cantando e “vivendo” in prima persona il pathos scaturito dalle canzoni. Perché continuare a soffermarsi sul prodigioso singer? Semplice, musicalmente parlando “The Glorious Burden” risulta uno scialbo riciclo dei precedenti capitoli della carriera Iced Earth, il leader Jon Schaffer dovrebbe mettersi in testa che i suoi riffs al limite del thrash ormai sono sempre gli stessi, non una nota inedita, non un passaggio che non si possa ricollegare ad un suo vecchio disco. “Horror Show”, “Something Wicked…”, “The Dark Saga” sono solo alcuni degli album plagiati, e male, aggiungiamo: il tentativo di copia/incolla è fallito miseramente, canzoni come queste cantate dall’altrettanto convincente Barlow non avrebbero nemmeno portato quella flebile e sussurrante ventata di aria nuova dovuta ad Owens. In sintesi, bocciato il songwriting di “The Glorious Burden”, il merito di questa promozione in extremis è dovuto unicamente ad un cantante che oggi non ha rivali!
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