6.0
- Band: ICETHRONE
- Durata: 00:49:24
- Disponibile dal: 20/12/2015
- Etichetta:
- Nemeton Records
- Distributore: Halidon
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A Genova deve fare parecchio freddo a sentire come suonano gli Icethrone nel loro nuovo “Winter Tales”, titolo quanto mai calzante nel raccontare otto storie che hanno come filo conduttore valli innevate e sogni di gloria e vendetta. Classico viking metal, classiche ispirazioni: Bathory su tutti, Amon Amarth, Borknagar e tutto quello che potete immaginare con un sostrato folk e tendenze melo-death e black sinfonico, tastiere onnipresenti e un sacco di blast-beat. Due anime possono portarci all’ascolto del disco: da fan del genere potreste gustare un lavoro che esegue pedissequamente quanto una composizione pagan/viking deve portare alle orecchie dell’ascoltatore, seppur non osando nemmeno per un attimo di andare fuori dalle linee guida. Con piglio più imparziale possiamo dire invece di trovarci di fronte ad un prodotto estremamente passionale nel quale gli autori credono fermamente, otto brani tutto sommato ben confezionati che regalano però ben poche sorprese. Se la struttura è quasi sempre sostenuta da una prestazione tecnica più che accettabile, non troviamo grandi momenti di conforto nei pezzi che pur sembrerebbero essere i cavalli di battaglia (i nove minuti di “Dreams of Death” per dirne uno), e sulla lunga alcune scelte che si ripropongono un po’ troppo tendono a non far svettare l’opera. Ottime le intenzioni, dicevamo, e segnaliamo sempre con piacere diverse canzoni in italiano dai temi epici e battaglieri (quella dichiarazione di lealtà nei confronti della famiglia Stark che è “La Chiamata dei Lupi” o anche “Canto di Orfeo”, in cui si narra lo struggente mito greco della discesa nell’Ade), che però più delle stesure in inglese evidenziano qualche scelta metrica un po’ scontata e qualche ingenuità a livello di lyrics (il ritornello di “Medusa” ad esempio ritorna un po’ troppo esplicitamente durante la sua esecuzione). Parti strumentali più soffuse s’intrecciano come da copione con momenti più dediti alla ferocia e alle glaciali reminiscenze del sestetto (“Immortally Oath”, o la carina “Winter Tales”, pur sorretta da una struttura un po’ troppo semplice rispetto alle intenzioni che gli Icethrone sembrano avere) che nel complesso funzionano meglio per le aspirazioni concettuali che non per le velleità artistiche. Non riteniamo questo nuovo lavoro dei genovesi un brutto disco, e infatti non lo definiamo come tale; solo, un album che avrebbe potuto andare ben oltre l’essere un piacevole ma non fondamentale ascolto per gli appassionati di epiche saghe nordiche, cosa che vista la proposta totalmente basata sul genere di appartenenza, comunque, alla band potrebbe andare tutt’altro che male.