7.0
- Band: ICY STEEL
- Durata: 01:14:39
- Disponibile dal: 26/10/2018
- Etichetta:
- Manifest Records
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Alfieri del metallo nella loro amata Sardegna, gli Icy Steel tornano sul campo di battaglia con questo nuovo “Guest On Earth”, un lavoro complesso che supera i settanta minuti di durata complessiva, composto da dieci brani articolati dove l’epic heavy metal più classico si tinge a tratti di progressive e doom. Il risultato è un’opera ambiziosa, frutto di un lavoro accurato e minuzioso in fase compositiva e capace di creare un sound molto ricercato che mostra come questa band non si sia mai accontentata di percorrere il cammino più facile. In effetti, l’ascolto di “Guest On Earth” è impegnativo e necessita accuratezza e dedizione; a tratti può risultare ostico e poco scorrevole, ma solo dopo ripetuti ascolti si può trovare la quadratura del cerchio per essere apprezzato appieno. Insomma state alla larga da questo disco se quello che cercate è un lavoro dall’impatto immediato; immergetevi nel suo ascolto se, al contrario, volete avventurarvi nelle impervie vie dell’epic metal targato Icy Steel. Con ospiti del calibro di Steve Di Giorgio (Testament, ex-Death, ex-Sadus, ex-Iced Earth), David Shankle (ex-Manowar), Ralf Scheepers (Primal Fear), Ross The Boss (ex-Manowar), Mike LePond (Symphony X) e molti altri, diventa davvero interessante addentrarsi nei dieci capitoli che compongono questo full-length, a partire dai ritmi incalzanti di “The Inhabitants Of The Solitary Island”, brano dinamico che supera di poco i nove minuti di durata e che sfocia in un bel coro pieno zeppo di epicità. Segue il ruvido mid tempo dalle tinte oscure “Technology Of The Ancient Gods”, dove è il lungo e bellissimo solo di chitarra, opera del musicista svizzero Brian Maillard, a meritare gli elogi. Atmosfere orientaleggianti fungono da introduzione per “Eternity Of Soul”, pezzo che David DeFeis ed i suoi Virgin Steele si sognerebbero di scrivere ai giorni nostri e che viene impreziosito dalla presenza dell’ugola d’oro di Roberto Tiranti. Tutto l’epic heavy metal di Manowar e Virgin Steele salta fuori prepotentemente con la roboante “Echoes Lost In Time”, dove coretti eroici fanno da contorno al cantato di Stefano Galeano, e con il mid tempo “Honour And Cold Wind”, che vede come ospiti Ross The Boss e Kenny “Rhino” Earl alla batteria (ex Manowar). In effetti la band di Joey DeMaio riecheggia molto, forse pure troppo, durante la riproduzione di questi brani. Sono dei ritmi cadenzati e malinconici a segnare la sofferta “Of The Gods And Their Mountain”, mentre è una mazzata di puro metallo colante a chiudere il disco con “Spirit Of The Eagle”. “Guest On Earth” è un lavoro coraggioso che dimostra come il metal più classico possa essere rivisto e reso complesso e ricercato senza perderne l’essenza più pura. Probabilmente si poteva rendere il tutto leggermente più fruibile, ma nel complesso non si può che rispettare l’impegno e la dedizione messi in campo dagli Icy Steel.