7.5
- Band: IGNITE
- Durata: 00:31:20
- Disponibile dal: 25/03/2022
- Etichetta:
- Century Media Records
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Come la brace a carbonella, così anche il fuoco degi Ignite non si è mai del tutto spento in quasi trent’anni di attività, anche se le fiammate discografiche sono state sempre molto diradate (siamo alla sesta dal 1995) e il prematuro addio alle scene dello storico cantante Zoltán Téglás (unico membro presente fin dal 1995 insieme al bassista Brett Rasmussen) sembrava potesse mettere la parola fine. Invece a soffiare sulla brace è arrivato il nuovo cantante Eli Santana – un ideale incrocio tra l’ex cantante ungherese ed Efram dei Death By Stereo – e così dopo oltre un quarto di secolo prende il via ufficialmente il nuovo corso degli Ignite con un album eponimo, nuovo inizio nel segno della continuità (musicale e lirica) con quanto fatto sentire in “A War Against You” e “Our Darkest Days”. La partenza affidata ad “Anti-Complicity Anthem” (già rilasciata come EP di lancio l’anno scorso) mette subito in chiaro quanto sopra, e le varie “The River”, “This Day” e “The Butcher In Me” non fanno che confermarlo, con bordate di hardcore melodico perfette per chi apprezza band storiche come Pennywise e Anti-Flag ma anche i primi Rise Against o Boysetfire. Come da tradizione non manca poi qualche sfumatura differente, soprattutto nella seconda metà della tracklist: se “On The Ropes” aggiunge un guitar work già raffinato al classico riffing punk rock, “Call Off The Dog” vira più sull’hardcore con qualche scream più sostenuto mentre “The House Is Burning” ed “Enemy” rallentano un po’ il ritmo pur senza perdere d’intensità. Discorso simile per la conclusiva “Let The Beggars Beg”, più vicina al gothic-punk degli AFI, a chiusura di poco pià di mezz’ora di pura goduria per gli aficionados del cali-punk. Sperando di non dover aspettare altri sei anni per un successore, bentornati Ignite!