8.0
- Band: IHSAHN
- Durata: 00:53:01
- Disponibile dal: 26/01/2010
- Etichetta:
- Candlelight
- Distributore: Audioglobe
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Una carriera prolifica e carica di successi, quella dell’ex-Emperor Ihsahn, che ritorna sulle scene con un nuovo lavoro solista a meno di due anni dal precedente e convincente "Angl". Abbandonata, almeno temporaneamente, la realizzazione di album sotto il moniker Peccatum insieme alla sua dolce metà, Ihsahn si dedica anima e corpo al proprio progetto solista senza porre limiti alla propria creatività: "After" rappresenta una ulteriore evoluzione del suono presentato con il precedente album, denotando l’eclettismo e fantasia dell’artista norvegese. Impossibile identificare con una semplice etichetta un lavoro come "After", dove l’avant-garde, il progressive e il metal più estremo si fondono in un riuscito connubio: l’utilizzo prominente di voci pulite, lo sconvolgente uso del saxofono e la non linearità delle tracce sono solo alcuni degli elementi che rendono interessante e per certi versi unico quest’ultimo parto di Ihsahn. L’iniziale "The Barren Lands" rappresenta un perfetto antipasto dei contenuti dell’album con i suoi continui cambi di tempo, le melodie suadenti, la pesantezza delle ritmiche, il tutto condito da un Ihsahn che semplicemente incanta dietro al microfono, alternando il suo scream glaciale alle calde ed emozionanti tonalità pulite. Neanche il tempo di ambientarsi ed ecco arrivare una traccia spiazzante come "A Grave Inversed" dove la velocità e le ritmiche tipicamente thrash assalgono l’ascoltatore in un connubio di pazzia alimentato dalle linee di sax che si fondono a perfezione con la follia del brano. Mentre brani come "Frozen Lakes On Mars" , "Heavens Black Sea" e la titletrack fanno un po’ da spartiacque tra la voglia di sperimentare e un approccio più diretto e tipicamente metal, le due lunghe suite "Undercurrent" e "On the Shores" miscelano nei loro venti minuti di durata momenti progressive settantiani senza mai perdere di vista le emozioni e il feeling, protagoniste indiscusse della proposta. Si rimane in territori tipicamente acustici con "Austere", dove è la voce di Ihsahn a guidare il brano tra arpeggi, hammond e delle superlative linee di basso ad incorniciare un brano toccante e dalle atmosfere melliflue. Come avrete capito, "After" non è un album per tutti e richiederà impegno e numerosi ascolti per essere compreso ed assimilato: se avete apprezzato i Peccatum o i precedenti lavori solisti di Ihsahn, non rimarrete però delusi da questo nuovo capitolo della discografia dell’artista norvegese. Questo 2010 non poteva iniziare in modo migliore.